Osservatori Digital Innovation

Pubblicato il 17 Dec 2019
Pubblicato il 17 Dec 2019
Auto intelligenti sempre più connesse: la Smart Car guida il futuro!

Auto intelligenti sempre più connesse: la Smart Car guida il futuro!


Il settore delle Smart Car (auto intelligenti) e Connected Car (auto connesse), sta trainando il mercato italiano dell’Internet of Things. Infatti, in linea con il trend del 2018, anche nel 2019 cresce il valore dell’intero comparto e il numero di veicoli intelligenti sembra destinato ad aumentare. In altre parole, le recenti tecnologie IoT applicate al settore automobilistico stanno aprendo le porte alla mobilità del futuro, in cui le auto connesse saranno sempre più protagoniste.

Che cosa sono le auto intelligenti e come funzionano?
Definizione alla mano, per Smart Car si intende la connessione delle auto per comunicare informazioni in tempo reale al consumatore, connessione tra veicoli o tra questi e l'infrastruttura circostante per la prevenzione e la rivelazione degli incidenti, nonché l'offerta di nuovi modelli assicurativi e/o di informazioni geo-referenziate sulla viabilità.

Si intuisce da questa definizione come le auto intelligenti non siano semplici mezzi di trasporto. Grazie alla tecnologia sono connesse tra di loro e con il mondo circostante, permettendo non solo di semplificare la guida per il conducente ma anche di migliorare la sicurezza stradale o di ridurre i consumi.

Un ambito ancora in fase sperimentale è la guida autonoma: nel corso del 2018, nel nostro Paese soltanto due città – Modena e Torino – hanno permesso alle aziende di testare questo tipo di soluzioni.

Quale futuro per le auto connesse in Italia?
In linea con il resto del settore IoT, il mercato Smart Car cresce a ritmi costanti, raggiungendo un valore che supera di poco il miliardo di euro.

In termini di diffusione, in questo mercato prevalgono i box GPS/GPRS per la localizzazione e la registrazione di parametri di guida per finalità assicurative (+14% nel 2018), ma la componente che sta trainando la crescita sono le auto nativamente connesse (+69% nel 2018): il 70% dei veicoli immatricolati nel 2018 è dotato di connessione tramite SIM o bluetooth fin dalla fase di produzione. E questo non è tutto: lo sviluppo è destinato a continuare, non solo in Italia ma anche a livello internazionale.

Su che cosa si fonda la previsione di un trend positivo anche per i prossimi anni? Tutto si basa su numerosi fattori che attualmente stanno già promuovendo la diffusione delle auto intelligenti, tre in particolare:

- diversificazione dei servizi offerti grazie alla connettività nelle auto;
- integrazione degli smart speaker nelle auto;
- normativa eCall.


1) La diversificazione dei servizi abilitati dalla connettività
I produttori di auto stanno acquisendo sempre più potere nel settore delle Smart Car, attraverso una processo di differenziazione delle funzionalità all’interno delle auto connesse. Alcuni esempi già esistenti di servizi abilitati dalla connettività sono:

- manutenzione preventiva/predittiva basata sul monitoraggio dei componenti;
- consigli per ridurre il consumo di carburante;
- gestione dell’apertura del veicolo;
- regolazione della temperatura da remoto;
- prenotazione di ristoranti.


2) Integrazione degli smart speaker
Gli assistenti vocali stanno travolgendo l’intero settore IoT, come dimostra l’ampia diffusione di Alexa e Google Home in ambito Smart Home. Applicati alle automobili, gli smart speaker consentiranno agli utenti di interagire con il proprio veicolo tramite la voce, così come già interagiscono con i dispositivi connessi nelle proprie case.

In tal senso, Amazon sta già puntando sull’utilizzo di un dispositivo fisico, Echo Auto, che può essere acquistato – in Italia non ancora – e integrato nelle auto già in circolazione e, in alcuni Paesi, è già integrato. Un altro grande player che sta esplorando questa strada è Google, attraverso la connessione con dispositivi e asset con cui l’auto interagisce, come le colonnine di ricarica per le auto elettriche.

3) La normativa eCall
Il fattore che in primis è destinato a contribuire alla crescita del mercato dell'auto connessa è la normativa europea eCall. Dopo l’entrata in vigore, a marzo 2018, dell’obbligo normativo europeo legato all’eCall – secondo cui i nuovi modelli di auto e furgoni leggeri devono essere in grado di allertare i servizi di soccorso in caso di incidenti – è già aumentato il numero delle auto nativamente connesse.

Anzi, già dal 2016, dopo l’approvazione della normativa nel 2015, le case automobilistiche hanno iniziato a sviluppare veicoli con servizi abilitati dalla connettività che vanno al di là della semplice chiamata d’emergenza.

Che cosa comporta l’obbligo di eCall?

Nello specifico, secondo la normativa i veicoli devono essere dotati di un sistema automatico che, non appena i sensori del veicolo percepiscono un urto grave, componga il numero di emergenza europeo 112 e, dopo aver stabilito un collegamento telefonico con il centralino di emergenza, invii i dati relativi all’incidente: orario, posizione del veicolo incidentato e direzione di marcia (elemento particolarmente rilevante se l’episodio si è verificato in autostrada o in un tunnel). La chiamata può essere attivata anche manualmente, tramite un apposito pulsante nel veicolo – questa funzionalità è utile, ad esempio, se si è testimoni di un incidente.

Giulio Salvadori 

(Direttore Osservatorio Internet of Things e Osservatorio Smart & Connected Car)

 

Il settore delle Smart Car (auto intelligenti) e Connected Car (auto connesse), sta trainando il mercato italiano dell’Internet of Things. Infatti, in linea con il trend del 2018, anche nel 2019 cresce il valore dell’intero comparto e il numero di veicoli intelligenti sembra destinato ad aumentare. In altre parole, le recenti tecnologie IoT applicate al settore automobilistico stanno aprendo le porte alla mobilità del futuro, in cui le auto connesse saranno sempre più protagoniste.

Che cosa sono le auto intelligenti e come funzionano?
Definizione alla mano, per Smart Car si intende la connessione delle auto per comunicare informazioni in tempo reale al consumatore, connessione tra veicoli o tra questi e l'infrastruttura circostante per la prevenzione e la rivelazione degli incidenti, nonché l'offerta di nuovi modelli assicurativi e/o di informazioni geo-referenziate sulla viabilità.

Si intuisce da questa definizione come le auto intelligenti non siano semplici mezzi di trasporto. Grazie alla tecnologia sono connesse tra di loro e con il mondo circostante, permettendo non solo di semplificare la guida per il conducente ma anche di migliorare la sicurezza stradale o di ridurre i consumi.

Un ambito ancora in fase sperimentale è la guida autonoma: nel corso del 2018, nel nostro Paese soltanto due città – Modena e Torino – hanno permesso alle aziende di testare questo tipo di soluzioni.

Quale futuro per le auto connesse in Italia?
In linea con il resto del settore IoT, il mercato Smart Car cresce a ritmi costanti, raggiungendo un valore che supera di poco il miliardo di euro.

In termini di diffusione, in questo mercato prevalgono i box GPS/GPRS per la localizzazione e la registrazione di parametri di guida per finalità assicurative (+14% nel 2018), ma la componente che sta trainando la crescita sono le auto nativamente connesse (+69% nel 2018): il 70% dei veicoli immatricolati nel 2018 è dotato di connessione tramite SIM o bluetooth fin dalla fase di produzione. E questo non è tutto: lo sviluppo è destinato a continuare, non solo in Italia ma anche a livello internazionale.

Su che cosa si fonda la previsione di un trend positivo anche per i prossimi anni? Tutto si basa su numerosi fattori che attualmente stanno già promuovendo la diffusione delle auto intelligenti, tre in particolare:

- diversificazione dei servizi offerti grazie alla connettività nelle auto;
- integrazione degli smart speaker nelle auto;
- normativa eCall.


1) La diversificazione dei servizi abilitati dalla connettività
I produttori di auto stanno acquisendo sempre più potere nel settore delle Smart Car, attraverso una processo di differenziazione delle funzionalità all’interno delle auto connesse. Alcuni esempi già esistenti di servizi abilitati dalla connettività sono:

- manutenzione preventiva/predittiva basata sul monitoraggio dei componenti;
- consigli per ridurre il consumo di carburante;
- gestione dell’apertura del veicolo;
- regolazione della temperatura da remoto;
- prenotazione di ristoranti.


2) Integrazione degli smart speaker
Gli assistenti vocali stanno travolgendo l’intero settore IoT, come dimostra l’ampia diffusione di Alexa e Google Home in ambito Smart Home. Applicati alle automobili, gli smart speaker consentiranno agli utenti di interagire con il proprio veicolo tramite la voce, così come già interagiscono con i dispositivi connessi nelle proprie case.

In tal senso, Amazon sta già puntando sull’utilizzo di un dispositivo fisico, Echo Auto, che può essere acquistato – in Italia non ancora – e integrato nelle auto già in circolazione e, in alcuni Paesi, è già integrato. Un altro grande player che sta esplorando questa strada è Google, attraverso la connessione con dispositivi e asset con cui l’auto interagisce, come le colonnine di ricarica per le auto elettriche.

3) La normativa eCall
Il fattore che in primis è destinato a contribuire alla crescita del mercato dell'auto connessa è la normativa europea eCall. Dopo l’entrata in vigore, a marzo 2018, dell’obbligo normativo europeo legato all’eCall – secondo cui i nuovi modelli di auto e furgoni leggeri devono essere in grado di allertare i servizi di soccorso in caso di incidenti – è già aumentato il numero delle auto nativamente connesse.

Anzi, già dal 2016, dopo l’approvazione della normativa nel 2015, le case automobilistiche hanno iniziato a sviluppare veicoli con servizi abilitati dalla connettività che vanno al di là della semplice chiamata d’emergenza.

Che cosa comporta l’obbligo di eCall?

Nello specifico, secondo la normativa i veicoli devono essere dotati di un sistema automatico che, non appena i sensori del veicolo percepiscono un urto grave, componga il numero di emergenza europeo 112 e, dopo aver stabilito un collegamento telefonico con il centralino di emergenza, invii i dati relativi all’incidente: orario, posizione del veicolo incidentato e direzione di marcia (elemento particolarmente rilevante se l’episodio si è verificato in autostrada o in un tunnel). La chiamata può essere attivata anche manualmente, tramite un apposito pulsante nel veicolo – questa funzionalità è utile, ad esempio, se si è testimoni di un incidente.

Giulio Salvadori 

(Direttore Osservatorio Internet of Things e Osservatorio Smart & Connected Car)