Osservatori Digital Innovation

Pubblicato il 14 Sep 2020
Pubblicato il 14 Sep 2020
Startup innovative: anche per la ripresa una risorsa preziosa

Startup innovative: anche per la ripresa una risorsa preziosa


Sono 3.167, al 30 giugno 2020, le startup innovative avviate grazie alla modalità di costituzione digitale, che consente tra l’altro un risparmio medio sui costi d’avvio stimato in circa duemila euro. È quanto emerge dalla 16ª edizione del Rapporto trimestrale di monitoraggio pubblicato dal MISE, in collaborazione con Unioncamere e InfoCamere. La modalità online è stata scelta da oltre un terzo delle startup innovative costituite in Italia nell’ultimo anno, con un forte aumento nel secondo trimestre 2020 (44,9%, rispetto al 37,7% degli ultimi 12 mesi). Nell’ultimo anno i tempi di attesa medi si sono assestati intorno ai 28 giorni, ma con forte variabilità sul territorio.

Le startup innovative in Italia nel 2020
La creazione di startup nel 2020 ha avuto una frenata nel periodo più buio della pandemia, e cioè durante i mesi di marzo e aprile. Ma si è poi assistito a una ripresa già da maggio. In Lombardia, a giugno, sono 59 le nuove startup innovative, lo stesso dato 2019. Un segnale incoraggiante di ripartenza.

Il forte aumento del tasso di adozione della modalità di costituzione digitale, durante il periodo di lockdown, conferma la volontà di un ritorno alla normalità almeno nei tasselli di base dell’innovazione, ma anche la volontà di cogliere nuove opportunità e avviare attività imprenditoriali innovative. Il dato segnala inoltre la preparazione - da parte dei nuovi imprenditori - all’adozione degli strumenti digitali che in questi mesi il nostro Paese ha dovuto forzatamente mostrare: le imprese hanno dovuto adottare velocemente il lavoro da remoto, le scuole e le università attivare la didattica a distanza, i cittadini fare ricorso all’ecommerce e alle prenotazioni tramite app.

Questo entusiasmo è in parte smorzato dal secondo dato relativo ai tempi di attivazione, ancora lunghi a nostro avviso, pur con molte variabilità sul territorio. È possibile che la procedura on line richieda una sequenza più rigida dei passaggi, anche se poi ne evita altri. E ci viene da pensare che la PA sia pronta, ma ancora non prontissima.

Startup innovative: un DNA a prova di emergenza sanitaria
Sono numeri che non devono stupire, come abbiamo commentato durante la diretta Rai3 Piazza Affari del 25 agosto scorso. Le startup possiedono nel proprio DNA la capacità di adattarsi al cambiamento e in molti casi fanno del cambiamento la propria spinta propulsiva, cogliendo le nuove opportunità che presenta il mercato. Nonostante le condizioni imposte dall’emergenza sanitaria, il 2020 può dirsi un anno interessante per le startup nazionali. Queste giovani aziende hanno avuto un ruolo importante in Italia durante tutte le fasi del lockdown e durante la ripresa, reagendo prontamente ai cambiamenti imposti dall’emergenza.

Per richiamare qualche noto esempio, citiamo la bresciane Isinnova, che ha trasformato le maschere da snorkeling in respiratori per pazienti Covid19; Ufirst, che ha fornito gratuitamente l’app di gestione delle code agli esercizi commerciali; Soldo, che ha lavorato con decine di comuni (tra cui Milano) per gestire la distribuzione dei sussidi alimentari; Weschool, che ha donato a centinaia di scuole italiane la propria piattaforma di didattica a distanza mettendo on line oltre un milione e mezzo tra studenti e professori. Non ci stancheremo mai di ricordare che l’ecosistema startup rappresenta una risorsa importante per il nostro Paese e un asset del nostro tessuto imprenditoriale, da sostenere e incentivare. Esse rappresentano una fonte inesauribile di ricerca e sviluppo, linfa e traino della crescita, ma anche un’opportunità di occupazione nonché culla di profili pregiati per il nostro sviluppo. Positivi sono infatti gli incentivi messi a diposizione dal Governo con l’ultimo decreto per sostenere le startup innovative; parliamo di un miliardo di euro tra incentivi fiscali, misure di diritto societario, misure a sostegno della liquidità e degli investimenti. Oltre l’80% delle startup si dice intenzionato a usufruirne secondo le nostre ricerche.

L’Osservatorio Startup Intelligence sta conducendo un censimento delle startup italiane impegnate a fronteggiare l’emergenza, ne abbiamo ad oggi censite oltre 170 attive su più fronti, dai distanziamenti alla didattica a distanza, all’assistenza agli anziani. I risultati della ricerca saranno presentati il 3 Dicembre 2020 al Convegno del Politecnico di Milano.

Alessandra Luksch (Direttore degli Osservatori Startup Intelligence e Digital Transformation Academy)

Sono 3.167, al 30 giugno 2020, le startup innovative avviate grazie alla modalità di costituzione digitale, che consente tra l’altro un risparmio medio sui costi d’avvio stimato in circa duemila euro. È quanto emerge dalla 16ª edizione del Rapporto trimestrale di monitoraggio pubblicato dal MISE, in collaborazione con Unioncamere e InfoCamere. La modalità online è stata scelta da oltre un terzo delle startup innovative costituite in Italia nell’ultimo anno, con un forte aumento nel secondo trimestre 2020 (44,9%, rispetto al 37,7% degli ultimi 12 mesi). Nell’ultimo anno i tempi di attesa medi si sono assestati intorno ai 28 giorni, ma con forte variabilità sul territorio.

Le startup innovative in Italia nel 2020
La creazione di startup nel 2020 ha avuto una frenata nel periodo più buio della pandemia, e cioè durante i mesi di marzo e aprile. Ma si è poi assistito a una ripresa già da maggio. In Lombardia, a giugno, sono 59 le nuove startup innovative, lo stesso dato 2019. Un segnale incoraggiante di ripartenza.

Il forte aumento del tasso di adozione della modalità di costituzione digitale, durante il periodo di lockdown, conferma la volontà di un ritorno alla normalità almeno nei tasselli di base dell’innovazione, ma anche la volontà di cogliere nuove opportunità e avviare attività imprenditoriali innovative. Il dato segnala inoltre la preparazione - da parte dei nuovi imprenditori - all’adozione degli strumenti digitali che in questi mesi il nostro Paese ha dovuto forzatamente mostrare: le imprese hanno dovuto adottare velocemente il lavoro da remoto, le scuole e le università attivare la didattica a distanza, i cittadini fare ricorso all’ecommerce e alle prenotazioni tramite app.

Questo entusiasmo è in parte smorzato dal secondo dato relativo ai tempi di attivazione, ancora lunghi a nostro avviso, pur con molte variabilità sul territorio. È possibile che la procedura on line richieda una sequenza più rigida dei passaggi, anche se poi ne evita altri. E ci viene da pensare che la PA sia pronta, ma ancora non prontissima.

Startup innovative: un DNA a prova di emergenza sanitaria
Sono numeri che non devono stupire, come abbiamo commentato durante la diretta Rai3 Piazza Affari del 25 agosto scorso. Le startup possiedono nel proprio DNA la capacità di adattarsi al cambiamento e in molti casi fanno del cambiamento la propria spinta propulsiva, cogliendo le nuove opportunità che presenta il mercato. Nonostante le condizioni imposte dall’emergenza sanitaria, il 2020 può dirsi un anno interessante per le startup nazionali. Queste giovani aziende hanno avuto un ruolo importante in Italia durante tutte le fasi del lockdown e durante la ripresa, reagendo prontamente ai cambiamenti imposti dall’emergenza.

Per richiamare qualche noto esempio, citiamo la bresciane Isinnova, che ha trasformato le maschere da snorkeling in respiratori per pazienti Covid19; Ufirst, che ha fornito gratuitamente l’app di gestione delle code agli esercizi commerciali; Soldo, che ha lavorato con decine di comuni (tra cui Milano) per gestire la distribuzione dei sussidi alimentari; Weschool, che ha donato a centinaia di scuole italiane la propria piattaforma di didattica a distanza mettendo on line oltre un milione e mezzo tra studenti e professori. Non ci stancheremo mai di ricordare che l’ecosistema startup rappresenta una risorsa importante per il nostro Paese e un asset del nostro tessuto imprenditoriale, da sostenere e incentivare. Esse rappresentano una fonte inesauribile di ricerca e sviluppo, linfa e traino della crescita, ma anche un’opportunità di occupazione nonché culla di profili pregiati per il nostro sviluppo. Positivi sono infatti gli incentivi messi a diposizione dal Governo con l’ultimo decreto per sostenere le startup innovative; parliamo di un miliardo di euro tra incentivi fiscali, misure di diritto societario, misure a sostegno della liquidità e degli investimenti. Oltre l’80% delle startup si dice intenzionato a usufruirne secondo le nostre ricerche.

L’Osservatorio Startup Intelligence sta conducendo un censimento delle startup italiane impegnate a fronteggiare l’emergenza, ne abbiamo ad oggi censite oltre 170 attive su più fronti, dai distanziamenti alla didattica a distanza, all’assistenza agli anziani. I risultati della ricerca saranno presentati il 3 Dicembre 2020 al Convegno del Politecnico di Milano.

Alessandra Luksch (Direttore degli Osservatori Startup Intelligence e Digital Transformation Academy)