Enel

Pubblicato il 19 Nov 2021
Pubblicato il 19 Nov 2021
Persone Oltre il job Title: dai miti greci al futuro di Enel

Persone Oltre il job Title: dai miti greci al futuro di Enel


Come ti chiami e dove lavori?

Mi chiamo Silvia Cippitelli, specificando il cognome perché vorrei provare  a fare un cambio di rotta sull’abitudine - molto discutibile - di eliminare i cognomi delle donne dagli articoli di giornale, dai TG, dalle informazioni in generale. Pertanto, eccomi. Mi chiamo Silvia Cippitelli e lavoro in Comunicazione Interna in Enel.

Da quanto tempo lavori in Enel?

Lavoro in Enel dal 2013. Ricordo quella telefonata della Recruiter come se fosse ieri, perché mi sembrava così strano che l’Enel, l’azienda elettrica per definizione, potesse ricercare un profilo umanistico come il mio… insomma, credevo fosse una balla e invece… sono arrivata a viale Regina Margherita (la sede romana della Holding, n.d.r) e mi sono emozionata.

Che studi hai fatto?

Mi sono diplomata al liceo scientifico ma ho sempre avuto una passione profonda per il greco. Così decisi di iscrivermi a Lettere Classiche, laureandomi in lettere antiche e filologia greca. A 18 anni ho iniziato a frequentare contemporaneamente all’Università l’Accademia D’Arte Drammatica perché il mio sogno più grande era quello di fare l’attrice.

Ci spieghi il tuo lavoro?

Il mio lavoro è raccontare Enel con la sua storia, il suo presente e la direzione che vorrà prendere nel futuro ai colleghi Enel nel mondo. Raccontare le storie dei colleghi, contribuire a creare valore e cassa di risonanza anche verso il mondo esterno. Non è sempre semplice essere fedeli a questo obiettivo. A volte il voler dare spazio a tutti diventa difficile da gestire. Attraverso scelte editoriali e di contenuto ogni giorno provo con il mio lavoro a ritrovare l’equilibrio e ricentrare la visone comune cercando il più possibile di essere rispondente alle esigenze di un’azienda grande come Enel.

Perché è necessario raccontare Enel ai colleghi di Enel?

La nostra azienda si compone di quasi 65.000 colleghi nel mondo in 31 Paesi con 22 lingue diverse. Solo mettendo insieme questi numeri capiamo che raccontare Enel internamente diventa un lavoro e una missione quotidiana. Siamo noi stessi i primi a diventare Ambassador nel mondo dei valori dell’azienda per la quale lavoriamo e siamo noi i primi a dover essere informati per poter creare un filo diretto con l’esterno. Uno degli appuntamenti più importanti che la comunicazione interna cura è la Convention annuale aziendale: il momento in cui, ad inizio anno, si condivide la strategia aziendale, si comprende come la strategia sposa il contesto esterno (attraverso ospiti), si celebrano i successi e ci si incontra; credo che tutti i ragazzi che ci leggono su Tutored avranno avuto occasione di vedere le grandi convention di aziende come Microsoft o Apple.
Durante la pandemia la comunicazione interna ha avuto un ruolo centrale nel garantire e favorire le relazioni e gli scambi tra colleghi, mantenendo l’azienda unita e rafforzando il senso di appartenenza; la pandemia ha accelerato l’uso di nuovi canali e, attraverso lo sviluppo del digitale, ampliato il potenziale di diffusione dei messaggi strategici.
Insomma, la Comunicazione Interna è un grande lavoro che ci ripaga tantissimo, fatto da colleghi per i colleghi.

Quanto hanno contato i tuoi studi umanistici per il lavoro che fai?

La mia formazione mi ha aiutato a sviluppare la capacità di pensare in modo autonomo, non accontentandomi di soluzioni facili o già viste (soprattutto soluzioni di massa). Mi ha aiutato a nutrire la mia coscienza critica attraverso la capacità di argomentare concetti ed idee in un modo del tutto personale. Ha alimentato il mio spirito di adattamento e flessibilità dinanzi agli ostacoli; ha amplificato il mio desiderio di ricerca di meraviglia proiettandomi verso altre realtà, realtà sconosciute e non battute.
Tutto questo ha creato un tesoretto prezioso nella costruzione del mio lavoro che ogni giorno mi regala nuove sorprese e nuove sfide da affrontare.

Sappiamo che Sanguineti ha apprezzato molto la tua Cassandra vedendoti recitare a Stoccolma. Il tuo passato da attrice è servito per il tuo attuale lavoro?

Vi racconto un episodio: l’area Legale ci aveva contattato per promuove all’interno di Enel e dare risalto a un loro progetto speciale. Dovevamo però ribaltare l’idea che le attività legali sono un po’ “noiose” (termine utilizzato proprio da loro), burocratiche e prive di appeal e creatività. La mia formazione d’attrice mi ha suggerito la svolta: trasformare il progetto in uno show teatrale! Si chiama e-Legal e ha fatto conoscere i temi del Legale -in un modo completamente nuovo- anche ai colleghi di tutte le altre aree. Questa è stata una delle attività che ho più amato, perché sono riuscita a mescolare tanti pezzetti di me in un progetto solo con la libertà di poterlo fare: la dialettica, la creatività, il coraggio di portare avanti un’idea “strana” che alla fine è risultata vincente. Anche per questo apprezzo la mia azienda: in Enel si può portare la propria passione e farla emergere.

Qual' è la cosa più difficile nel tuo lavoro?

Difficile, a tratti faticoso, è dover lottare ogni giorno con il concetto di perfezione. Vogliamo tutti essere raccontati come “esseri perfetti” con un lavoro perfetto che fanno azioni perfette ma la perfezione intesa come concetto assoluto non esiste; esiste invece la capacità di rendere perfetto qualcosa in relazione all’idea di perfezione dell’altro ed è qui che il racconto si fa interessante perché… quante infinite possibilità di storytelling possiamo creare se accantoniamo per un attimo l’idea appiccicata sulla fronte di perfezione assoluta e lasciamo fluire e andare quello che sembra un racconto imperfetto ma in che in realtà è la vita che scorre?

E la più bella?

Quando, d’improvviso, lascio libera la mia creatività e in quell’istante nasce qualcosa di unico. Un’idea, un’intuizione, un nuovo approccio di raccontare una storia, la strategia, i colleghi, le passioni.

Sappiamo anche che da poco tempo sei diventata mamma. Quanto è attenta Enel al work-life balance?

In questo percorso sono stata supportata e tutelata dalla mia azienda. Il rientro alle mie attività è stato gestito con gradualità lasciandomi gli spazi per essere al fianco della mia bambina. La verità è che la mole di lavoro è tantissima; la vecchia Silvia avrebbe lavorato ad oltranza trascurando i suoi bisogni, i suoi spazi e le sue esigenze. La Silvia di oggi, la Silvia che è diventata mamma ha capito che tutto può essere gestito diversamente facendo una lista delle priorità e tutelando il proprio tempo personale. L’azienda ci fornisce tanti strumenti per farlo, la scelta è nostra se e come utilizzarli e soprattutto siamo noi a poter scegliere il confine della nostra safety zone. Utilizziamo gli strumenti che l’azienda ci offre per bilanciare al meglio la nostra vita privata e il lavoro e impariamo a rispettarci come essere umani, con le nostre fragilità e infinite ricchezze.

Tre qualità di Enel per cui sei felice di lavorarci

Il saper guardare al futuro con innovazione e saper fare futuro con innovazione già nel presente. Ah, giusto mi avete chiesto tre qualità e io sono partita con i miei temi.
Avanguardia, Innovazione, Azione.

Hai fatto altre attività dentro Enel?

Quando sono arrivata in Enel ho iniziato  a lavorare in Infrastrutture e Reti a supporto della gestione e dell’ascolto dei nostri clienti. Questo lavoro mi ha aiutata a capire il cliente, a organizzare la giornata, a rispettare le scadenze, a pianificare il lavoro, requisiti fondamentali per il lavoro che faccio oggi.

Cosa consiglieresti ad una ragazza/o che si vuole candidare per Enel?

Non sono brava a dare consigli, l’approccio che mi contraddistingue nella vita è quello socratico, maieutico. E’ l’approccio che ho applicato anche insegnando teatro nelle scuole. Posso portare la mia esperienza personale che in un qualche modo è risultata vincente candidandomi in Enel. Ovvero non perdere mai la propria identità, la propria unicità.

 

Le posizioni aperte di Enel oltre che su Tutored, sono visibili anche qui!

Come ti chiami e dove lavori?

Mi chiamo Silvia Cippitelli, specificando il cognome perché vorrei provare  a fare un cambio di rotta sull’abitudine - molto discutibile - di eliminare i cognomi delle donne dagli articoli di giornale, dai TG, dalle informazioni in generale. Pertanto, eccomi. Mi chiamo Silvia Cippitelli e lavoro in Comunicazione Interna in Enel.

Da quanto tempo lavori in Enel?

Lavoro in Enel dal 2013. Ricordo quella telefonata della Recruiter come se fosse ieri, perché mi sembrava così strano che l’Enel, l’azienda elettrica per definizione, potesse ricercare un profilo umanistico come il mio… insomma, credevo fosse una balla e invece… sono arrivata a viale Regina Margherita (la sede romana della Holding, n.d.r) e mi sono emozionata.

Che studi hai fatto?

Mi sono diplomata al liceo scientifico ma ho sempre avuto una passione profonda per il greco. Così decisi di iscrivermi a Lettere Classiche, laureandomi in lettere antiche e filologia greca. A 18 anni ho iniziato a frequentare contemporaneamente all’Università l’Accademia D’Arte Drammatica perché il mio sogno più grande era quello di fare l’attrice.

Ci spieghi il tuo lavoro?

Il mio lavoro è raccontare Enel con la sua storia, il suo presente e la direzione che vorrà prendere nel futuro ai colleghi Enel nel mondo. Raccontare le storie dei colleghi, contribuire a creare valore e cassa di risonanza anche verso il mondo esterno. Non è sempre semplice essere fedeli a questo obiettivo. A volte il voler dare spazio a tutti diventa difficile da gestire. Attraverso scelte editoriali e di contenuto ogni giorno provo con il mio lavoro a ritrovare l’equilibrio e ricentrare la visone comune cercando il più possibile di essere rispondente alle esigenze di un’azienda grande come Enel.

Perché è necessario raccontare Enel ai colleghi di Enel?

La nostra azienda si compone di quasi 65.000 colleghi nel mondo in 31 Paesi con 22 lingue diverse. Solo mettendo insieme questi numeri capiamo che raccontare Enel internamente diventa un lavoro e una missione quotidiana. Siamo noi stessi i primi a diventare Ambassador nel mondo dei valori dell’azienda per la quale lavoriamo e siamo noi i primi a dover essere informati per poter creare un filo diretto con l’esterno. Uno degli appuntamenti più importanti che la comunicazione interna cura è la Convention annuale aziendale: il momento in cui, ad inizio anno, si condivide la strategia aziendale, si comprende come la strategia sposa il contesto esterno (attraverso ospiti), si celebrano i successi e ci si incontra; credo che tutti i ragazzi che ci leggono su Tutored avranno avuto occasione di vedere le grandi convention di aziende come Microsoft o Apple.
Durante la pandemia la comunicazione interna ha avuto un ruolo centrale nel garantire e favorire le relazioni e gli scambi tra colleghi, mantenendo l’azienda unita e rafforzando il senso di appartenenza; la pandemia ha accelerato l’uso di nuovi canali e, attraverso lo sviluppo del digitale, ampliato il potenziale di diffusione dei messaggi strategici.
Insomma, la Comunicazione Interna è un grande lavoro che ci ripaga tantissimo, fatto da colleghi per i colleghi.

Quanto hanno contato i tuoi studi umanistici per il lavoro che fai?

La mia formazione mi ha aiutato a sviluppare la capacità di pensare in modo autonomo, non accontentandomi di soluzioni facili o già viste (soprattutto soluzioni di massa). Mi ha aiutato a nutrire la mia coscienza critica attraverso la capacità di argomentare concetti ed idee in un modo del tutto personale. Ha alimentato il mio spirito di adattamento e flessibilità dinanzi agli ostacoli; ha amplificato il mio desiderio di ricerca di meraviglia proiettandomi verso altre realtà, realtà sconosciute e non battute.
Tutto questo ha creato un tesoretto prezioso nella costruzione del mio lavoro che ogni giorno mi regala nuove sorprese e nuove sfide da affrontare.

Sappiamo che Sanguineti ha apprezzato molto la tua Cassandra vedendoti recitare a Stoccolma. Il tuo passato da attrice è servito per il tuo attuale lavoro?

Vi racconto un episodio: l’area Legale ci aveva contattato per promuove all’interno di Enel e dare risalto a un loro progetto speciale. Dovevamo però ribaltare l’idea che le attività legali sono un po’ “noiose” (termine utilizzato proprio da loro), burocratiche e prive di appeal e creatività. La mia formazione d’attrice mi ha suggerito la svolta: trasformare il progetto in uno show teatrale! Si chiama e-Legal e ha fatto conoscere i temi del Legale -in un modo completamente nuovo- anche ai colleghi di tutte le altre aree. Questa è stata una delle attività che ho più amato, perché sono riuscita a mescolare tanti pezzetti di me in un progetto solo con la libertà di poterlo fare: la dialettica, la creatività, il coraggio di portare avanti un’idea “strana” che alla fine è risultata vincente. Anche per questo apprezzo la mia azienda: in Enel si può portare la propria passione e farla emergere.

Qual' è la cosa più difficile nel tuo lavoro?

Difficile, a tratti faticoso, è dover lottare ogni giorno con il concetto di perfezione. Vogliamo tutti essere raccontati come “esseri perfetti” con un lavoro perfetto che fanno azioni perfette ma la perfezione intesa come concetto assoluto non esiste; esiste invece la capacità di rendere perfetto qualcosa in relazione all’idea di perfezione dell’altro ed è qui che il racconto si fa interessante perché… quante infinite possibilità di storytelling possiamo creare se accantoniamo per un attimo l’idea appiccicata sulla fronte di perfezione assoluta e lasciamo fluire e andare quello che sembra un racconto imperfetto ma in che in realtà è la vita che scorre?

E la più bella?

Quando, d’improvviso, lascio libera la mia creatività e in quell’istante nasce qualcosa di unico. Un’idea, un’intuizione, un nuovo approccio di raccontare una storia, la strategia, i colleghi, le passioni.

Sappiamo anche che da poco tempo sei diventata mamma. Quanto è attenta Enel al work-life balance?

In questo percorso sono stata supportata e tutelata dalla mia azienda. Il rientro alle mie attività è stato gestito con gradualità lasciandomi gli spazi per essere al fianco della mia bambina. La verità è che la mole di lavoro è tantissima; la vecchia Silvia avrebbe lavorato ad oltranza trascurando i suoi bisogni, i suoi spazi e le sue esigenze. La Silvia di oggi, la Silvia che è diventata mamma ha capito che tutto può essere gestito diversamente facendo una lista delle priorità e tutelando il proprio tempo personale. L’azienda ci fornisce tanti strumenti per farlo, la scelta è nostra se e come utilizzarli e soprattutto siamo noi a poter scegliere il confine della nostra safety zone. Utilizziamo gli strumenti che l’azienda ci offre per bilanciare al meglio la nostra vita privata e il lavoro e impariamo a rispettarci come essere umani, con le nostre fragilità e infinite ricchezze.

Tre qualità di Enel per cui sei felice di lavorarci

Il saper guardare al futuro con innovazione e saper fare futuro con innovazione già nel presente. Ah, giusto mi avete chiesto tre qualità e io sono partita con i miei temi.
Avanguardia, Innovazione, Azione.

Hai fatto altre attività dentro Enel?

Quando sono arrivata in Enel ho iniziato  a lavorare in Infrastrutture e Reti a supporto della gestione e dell’ascolto dei nostri clienti. Questo lavoro mi ha aiutata a capire il cliente, a organizzare la giornata, a rispettare le scadenze, a pianificare il lavoro, requisiti fondamentali per il lavoro che faccio oggi.

Cosa consiglieresti ad una ragazza/o che si vuole candidare per Enel?

Non sono brava a dare consigli, l’approccio che mi contraddistingue nella vita è quello socratico, maieutico. E’ l’approccio che ho applicato anche insegnando teatro nelle scuole. Posso portare la mia esperienza personale che in un qualche modo è risultata vincente candidandomi in Enel. Ovvero non perdere mai la propria identità, la propria unicità.

 

Le posizioni aperte di Enel oltre che su Tutored, sono visibili anche qui!