Snam

Pubblicato il 03 May 2021
Pubblicato il 03 May 2021
Tutored incontra Bernard, Business Development Analyst @ Snam

Tutored incontra Bernard, Business Development Analyst @ Snam


Bernard in qualità di Business Development Analyst in Snam studia il mercato presente e guarda a quello futuro.

Nella sua intervista ci racconta del suo lavoro e della sua esperienza personale: un ragazzo italiano cresciuto negli Stati Uniti e di passaggio in Italia per un Master, che alla fine non è più tornato indietro.

 

Sei cresciuto negli Stati Uniti ma hai terminato tuoi studi universitari in Italia. Quale indirizzo di studi hai scelto e quali differenze hai riscontrato tra questi due “mondi”? 

Sono nato in una famiglia di origine italiana e sono cresciuto in una piccola cittadina americana finché non mi sono trasferito in Florida per conseguire la mia triennale in studi sull’America Latina presso l’università di Miami. Durante questo periodo mi sono avvicinato al tema dell’energia, elemento fondamentale per la storia e lo sviluppo dell’America Latina. 

Successivamente sono venuto in Italia per frequentare il Master in Green Management, Energy, & CSR ad oggi chiamata MaSEM presso l’Università Bocconi. 

Vivere qui, mi ha permesso da scoprire la vita italiana e anche di riscoprire le mie origini italiane.

Ritengo che entrambi i percorsi formativi siano stati ottimi perché ho potuto sviluppare e rafforzare il mio interesse per l'energia.

Sicuramente ci sono svariate differenze fra i due paesi, tuttavia quello più sostanziale secondo me è il sistema scolastico. 

Negli Stati Uniti, a parte per qualche corso a scelta si studiano le stesse materie nelle “high school”. Mentre in Italia si ha modo di specializzarsi e scegliere fra numerosi indirizzi fra licei e/o istituti. 

Scegliere da piccoli qualcosa in cui verticalizzarsi non deve essere semplice ma ritengo che avere l’opportunità di riflettere su quali siano i propri interessi, i punti di forza e di debolezza per poter proseguire i propri studi in qualcosa a cui si potrebbe essere potenzialmente bravi o appassionati sia fantastico. Ti permette anche di acquisire autoconsapevolezza. La mia opinione deriva dal fatto ho sempre trovato piuttosto ripetitivo affrontare le stesse materie ogni anno. 

Dal primo anno di università si inizia a specializzarsi in America, il che compensa in gran parte l'istruzione scolastica delle superiori che è generale. Tuttavia, i costi per frequentarla sono davvero alti rispetto all’Italia dove l’istruzione è più accessibile. Un'altra differenza che ho notato studiando in entrambi i paesi, è che in Italia si tende a focalizzarsi di più sulla teoria rispetto agli Stati Uniti, dove ci si concentra maggiormente sull’applicazione di essa.


Durante gli anni dell’università, quali attività extra-curriculari hai svolto? Quali competenze pensi ti abbiano aiutato a sviluppare?

Studiare in America ti offre la possibilità di aderire a numerose attività extra-curriculari perché la maggior parte degli studenti vive all’interno del campus oppure nelle vicinanze, ognuno può decidere liberamente di partecipare quanto desidera nella vita da campus. 

Personalmente, sono stato molto attivo e ho sfruttato le opportunità che mi erano state presentate. Infatti, sono stato membro di una confraternita e capitano della squadra di softball, oltre ad essere il tesoriere del Wakeboarding Club. Inoltre, ho ricoperto il ruolo di presidente presso l’Associazione degli imprenditori e i gruppi Young America. Ho anche avuto modo di organizzare eventi sull’energia e sulle criptovalute e di apprendere sul campo attraverso stage formativi. La cosa bella è che nonostante fossi impegnato su numerosi fronti, oltre ad imparare sono riuscito a godermi il periodo universitario e soprattutto crescere. Questo mi ha permesso di sviluppare le mie capacità relazionali, comunicative, organizzative e anche di leadership. Consiglierei a chiunque possa farlo di fare almeno un semestre negli Stati Uniti o all’estero poiché ti apre la mente e le prospettive.  

Concluso il percorso di studi, hai avviato la tua carriera professionale in Italia, in Snam. Cosa ti ha portato a entrare a far parte di un’azienda italiana come Snam e di cosa ti occupi?

Sono venuto in Italia con l’intenzione di tornare in America dopo aver completato i miei studi per iniziare il mio percorso lavorativo lì. Ma mentre ero qui mi sono innamorato della vita che stavo trascorrendo e ho realizzato che non volevo più lasciare questo paese! 

Ma il mio desiderio di restare qui era controbilanciato dal fatto che non ero fluente in italiano. Per questo dopo la mia laurea, ho sfruttato il mio background accademico americano e ho fatto da tutor a studenti che volevano prepararsi per gli esami SAT e GMAT mentre io apprendevo l’italiano. Dopo quasi un anno, ho avuto la fortuna di iniziare il mio percorso professionale in Snam entrando con uno stage in ambito Business Development dove hanno saputo valorizzare il mio background energetico.

Oggi, in qualità di Business Development Analyst, guardo le proiezioni del mercato del gas di tutto il mondo in termini di offerta, domanda, prezzi e flussi. 

Dal punto di vista dell'offerta, determino da quale paese proviene il gas e da dove potrebbe provenire in ottica futura. Sul fronte della domanda osservo i settori che utilizzano di più il gas per comprendere se continueranno a farlo mentre tra domanda e offerta c'è la parte dell'infrastruttura che unisce il tutto. 

Trovo molto stimolante il lavoro che faccio perché mi permette di avere una visione strategica e d’insieme dell'industria del gas. Inoltre, ho modo di comprendere e approfondire fonti di energia alternativa come quello dell’idrogeno che avrà sempre di più un ruolo fondamentale nella transizione energetica. 

Quale consiglio daresti ad un giovane che ambisce a lavorare all’estero? 

Semplice, gli direi:

"Trova ciò che ti interessa e seguilo. Assicurati che in dove stai andando tu possa trovare l'opportunità di sviluppare le tue capacità e competenze. 

Non aver paura di correre rischi! La tua casa sarà sempre lì se vorrai tornare.”


Su quali skills (hard e soft) consiglieresti di investire ad un giovane che desidera iniziare la sua carriera nel tuo stesso ambito in Snam? 

In generale consiglio di mettersi in gioco e di seguire i propri interessi, identificare cosa si voglia fare esattamente e provare a vedere se è quello che fa per sé stessi.  

Per esempio, io per diversi anni ho sognato di diventare un ingegnere aerospaziale fino a quando non ho visitato una società di ingegneria aerospaziale. Amavo gli aeroplani ma non mi piaceva l'idea di lavorare focalizzato su un pezzo del puzzle e ho compreso che per me è importante poter avere una visione complessiva. Solo perché a uno piace la matematica non significa che dovrebbe diventare un matematico magari potrebbe ambire a diventare un data scientist. 

Per questo trovo molto utile confrontarsi con professionisti differenti per capire meglio le attività, le responsabilità e le competenze richieste per ricoprire il loro ruolo. 

Se una persona vuole essere per esempio un contabile, gli suggerirei di identificare un/a “role model” su LinkedIn, contattarla per chiederle com’è una sua giornata tipo, in che modo è entrata in quel settore e quanto ha dovuto investire a livello di tempo, sforzi, soldi per arrivare lì. Coglierei l’occasione per chiederle se ha qualche consiglio utile e pratico e soprattutto se tornando in dietro, seguirebbe lo stesso percorso sia a livello accademico che professionale. Vi assicuro che la maggior parte saranno molto disponibili e contenti di fornire informazioni a giovani che ambiscono di essere come loro! 

Un ottimo modo per fare networking, dimostrarsi intraprendenti e allenare le proprie capacità relazionali e comunicative. Queste sono tutte skills che in realtà come Snam vengono ricercate e valorizzate.  

Infine, consiglio di fare tesoro di qualsiasi opportunità e di ricercare nuove sfide per acquisire esperienza in ambiti diversi perché solo cimentandosi si ha la possibilità di apprendere nuove competenze e soprattutto scoprire sé stessi. 

 

 

Bernard in qualità di Business Development Analyst in Snam studia il mercato presente e guarda a quello futuro.

Nella sua intervista ci racconta del suo lavoro e della sua esperienza personale: un ragazzo italiano cresciuto negli Stati Uniti e di passaggio in Italia per un Master, che alla fine non è più tornato indietro.

 

Sei cresciuto negli Stati Uniti ma hai terminato tuoi studi universitari in Italia. Quale indirizzo di studi hai scelto e quali differenze hai riscontrato tra questi due “mondi”? 

Sono nato in una famiglia di origine italiana e sono cresciuto in una piccola cittadina americana finché non mi sono trasferito in Florida per conseguire la mia triennale in studi sull’America Latina presso l’università di Miami. Durante questo periodo mi sono avvicinato al tema dell’energia, elemento fondamentale per la storia e lo sviluppo dell’America Latina. 

Successivamente sono venuto in Italia per frequentare il Master in Green Management, Energy, & CSR ad oggi chiamata MaSEM presso l’Università Bocconi. 

Vivere qui, mi ha permesso da scoprire la vita italiana e anche di riscoprire le mie origini italiane.

Ritengo che entrambi i percorsi formativi siano stati ottimi perché ho potuto sviluppare e rafforzare il mio interesse per l'energia.

Sicuramente ci sono svariate differenze fra i due paesi, tuttavia quello più sostanziale secondo me è il sistema scolastico. 

Negli Stati Uniti, a parte per qualche corso a scelta si studiano le stesse materie nelle “high school”. Mentre in Italia si ha modo di specializzarsi e scegliere fra numerosi indirizzi fra licei e/o istituti. 

Scegliere da piccoli qualcosa in cui verticalizzarsi non deve essere semplice ma ritengo che avere l’opportunità di riflettere su quali siano i propri interessi, i punti di forza e di debolezza per poter proseguire i propri studi in qualcosa a cui si potrebbe essere potenzialmente bravi o appassionati sia fantastico. Ti permette anche di acquisire autoconsapevolezza. La mia opinione deriva dal fatto ho sempre trovato piuttosto ripetitivo affrontare le stesse materie ogni anno. 

Dal primo anno di università si inizia a specializzarsi in America, il che compensa in gran parte l'istruzione scolastica delle superiori che è generale. Tuttavia, i costi per frequentarla sono davvero alti rispetto all’Italia dove l’istruzione è più accessibile. Un'altra differenza che ho notato studiando in entrambi i paesi, è che in Italia si tende a focalizzarsi di più sulla teoria rispetto agli Stati Uniti, dove ci si concentra maggiormente sull’applicazione di essa.


Durante gli anni dell’università, quali attività extra-curriculari hai svolto? Quali competenze pensi ti abbiano aiutato a sviluppare?

Studiare in America ti offre la possibilità di aderire a numerose attività extra-curriculari perché la maggior parte degli studenti vive all’interno del campus oppure nelle vicinanze, ognuno può decidere liberamente di partecipare quanto desidera nella vita da campus. 

Personalmente, sono stato molto attivo e ho sfruttato le opportunità che mi erano state presentate. Infatti, sono stato membro di una confraternita e capitano della squadra di softball, oltre ad essere il tesoriere del Wakeboarding Club. Inoltre, ho ricoperto il ruolo di presidente presso l’Associazione degli imprenditori e i gruppi Young America. Ho anche avuto modo di organizzare eventi sull’energia e sulle criptovalute e di apprendere sul campo attraverso stage formativi. La cosa bella è che nonostante fossi impegnato su numerosi fronti, oltre ad imparare sono riuscito a godermi il periodo universitario e soprattutto crescere. Questo mi ha permesso di sviluppare le mie capacità relazionali, comunicative, organizzative e anche di leadership. Consiglierei a chiunque possa farlo di fare almeno un semestre negli Stati Uniti o all’estero poiché ti apre la mente e le prospettive.  

Concluso il percorso di studi, hai avviato la tua carriera professionale in Italia, in Snam. Cosa ti ha portato a entrare a far parte di un’azienda italiana come Snam e di cosa ti occupi?

Sono venuto in Italia con l’intenzione di tornare in America dopo aver completato i miei studi per iniziare il mio percorso lavorativo lì. Ma mentre ero qui mi sono innamorato della vita che stavo trascorrendo e ho realizzato che non volevo più lasciare questo paese! 

Ma il mio desiderio di restare qui era controbilanciato dal fatto che non ero fluente in italiano. Per questo dopo la mia laurea, ho sfruttato il mio background accademico americano e ho fatto da tutor a studenti che volevano prepararsi per gli esami SAT e GMAT mentre io apprendevo l’italiano. Dopo quasi un anno, ho avuto la fortuna di iniziare il mio percorso professionale in Snam entrando con uno stage in ambito Business Development dove hanno saputo valorizzare il mio background energetico.

Oggi, in qualità di Business Development Analyst, guardo le proiezioni del mercato del gas di tutto il mondo in termini di offerta, domanda, prezzi e flussi. 

Dal punto di vista dell'offerta, determino da quale paese proviene il gas e da dove potrebbe provenire in ottica futura. Sul fronte della domanda osservo i settori che utilizzano di più il gas per comprendere se continueranno a farlo mentre tra domanda e offerta c'è la parte dell'infrastruttura che unisce il tutto. 

Trovo molto stimolante il lavoro che faccio perché mi permette di avere una visione strategica e d’insieme dell'industria del gas. Inoltre, ho modo di comprendere e approfondire fonti di energia alternativa come quello dell’idrogeno che avrà sempre di più un ruolo fondamentale nella transizione energetica. 

Quale consiglio daresti ad un giovane che ambisce a lavorare all’estero? 

Semplice, gli direi:

"Trova ciò che ti interessa e seguilo. Assicurati che in dove stai andando tu possa trovare l'opportunità di sviluppare le tue capacità e competenze. 

Non aver paura di correre rischi! La tua casa sarà sempre lì se vorrai tornare.”


Su quali skills (hard e soft) consiglieresti di investire ad un giovane che desidera iniziare la sua carriera nel tuo stesso ambito in Snam? 

In generale consiglio di mettersi in gioco e di seguire i propri interessi, identificare cosa si voglia fare esattamente e provare a vedere se è quello che fa per sé stessi.  

Per esempio, io per diversi anni ho sognato di diventare un ingegnere aerospaziale fino a quando non ho visitato una società di ingegneria aerospaziale. Amavo gli aeroplani ma non mi piaceva l'idea di lavorare focalizzato su un pezzo del puzzle e ho compreso che per me è importante poter avere una visione complessiva. Solo perché a uno piace la matematica non significa che dovrebbe diventare un matematico magari potrebbe ambire a diventare un data scientist. 

Per questo trovo molto utile confrontarsi con professionisti differenti per capire meglio le attività, le responsabilità e le competenze richieste per ricoprire il loro ruolo. 

Se una persona vuole essere per esempio un contabile, gli suggerirei di identificare un/a “role model” su LinkedIn, contattarla per chiederle com’è una sua giornata tipo, in che modo è entrata in quel settore e quanto ha dovuto investire a livello di tempo, sforzi, soldi per arrivare lì. Coglierei l’occasione per chiederle se ha qualche consiglio utile e pratico e soprattutto se tornando in dietro, seguirebbe lo stesso percorso sia a livello accademico che professionale. Vi assicuro che la maggior parte saranno molto disponibili e contenti di fornire informazioni a giovani che ambiscono di essere come loro! 

Un ottimo modo per fare networking, dimostrarsi intraprendenti e allenare le proprie capacità relazionali e comunicative. Queste sono tutte skills che in realtà come Snam vengono ricercate e valorizzate.  

Infine, consiglio di fare tesoro di qualsiasi opportunità e di ricercare nuove sfide per acquisire esperienza in ambiti diversi perché solo cimentandosi si ha la possibilità di apprendere nuove competenze e soprattutto scoprire sé stessi.