Pubblicato il 11 Apr 2021
Pubblicato il 11 Apr 2021
Tutored incontra Carlotta, Jr People Business Partner in Aon

Tutored incontra Carlotta, Jr People Business Partner in Aon


Dopo aver studiato tra Venezia e Milano, oggi Carlotta lavora in Aon come Junior People Business Partner

In quale università hai studiato e quale percorso di studi hai scelto?


Terminato il liceo scientifico ho deciso di seguire la mia passione e mi sono iscritta alla facoltà di Filosofia e Scienze Umane presso l’Università Ca Foscari di Venezia. Durante questo percorso ho avuto l’opportunità di approfondire materie molto diverse tra loro e di avvicinarmi in particolare al campo della Psicologia e della Pedagogia applicate ai contesti organizzativi. Per questo motivo, mi sono successivamente iscritta alla facoltà di Sociologia dell’Università Cattolica di Milano, dove ho conseguito la laurea magistrale in Gestione del Lavoro e Comunicazione per le Organizzazioni. 

Entrambi i percorsi mi hanno permesso di sviluppare competenze diverse: lo studio della Filosofia ti fornisce un metodo critico che cambia il modo in cui osservi la realtà circostante, mentre la magistrale in Cattolica mi ha formata in un’ottica aziendale consentendomi di interfacciarmi con il mondo del lavoro in modo più concreto. Lo studio, in questo secondo caso, viene infatti affiancato a molte esperienze formative sul campo e alla possibilità di lavorare in team su differenti progetti con i propri colleghi. 

 

Quale attività extra-universitaria pensi sia stata davvero importante per la tua carriera? 

È una domanda complicata! Non credo esistano esperienze oggettivamente migliori di altre, credo piuttosto che la differenza fondamentale stia nella capacità di essere il più curiosi e aperti possibile nei confronti di qualsiasi esperienza extra-studio, perché in un modo o nell’altro tutto ciò che scegliamo di fare ci può insegnare qualcosa di diverso, che sia il volontariato piuttosto che un’esperienza lavorativa parallela agli studi. 

Nel mio caso l’esperienza che più di ogni altra mi ha cambiata è stata il vivere in un’altra città per quattro anni. Uscire dalla zona di comfort ti rende autonomo e ti insegna fin da subito a confrontarti e a condividere i tuoi spazi e i tuoi punti di vista con persone diverse da te. Sono arrivata a Milano convinta di vivere da sola ma alla fine ho condiviso per tanti anni gli spazi con ragazze diverse e devo dire che questa condivisione mi ha arricchita molto anche a livello personale.

Credo quindi che l’importante sia sfidarsi sempre ed essere aperti nei confronti di qualsiasi esperienza anche quando si pensa di non avere le caratteristiche per farlo, perché riuscirci ti permette di scoprire cose che non conoscevi di te e di superare i limiti che credevi di avere.

 

Oggi lavori in Aon: come sei entrata in contatto con questa realtà? 


Durante l’ultimo anno di Università ho svolto uno stage in una piccola società di consulenza, grazie al quale ho confermato il mio interesse nel campo delle Risorse Umane e ho potuto scrivere la tesi sperimentale. Una volta laureata ho però sentito l’esigenza di confrontarmi con una realtà più complessa e dinamica, all’interno della quale mettere in pratica tutto quello che avevo studiato. Anche in questo caso si è trattato in un certo senso di uscire dalla propria zona di comfort per confrontarsi con qualcosa di nuovo e di diverso. 

In quel periodo Aon cercava un HR Generalist Intern, ho visto l’annuncio e mi sono candidata, il ruolo era quello che cercavo e sapevo che il team era ben strutturato. Nei giorni successivi sono stata contattata dal People Office e dopo un primo scambio telefonico mi sono recata in sede a Milano per il colloquio standard con i Recruiter. I colloqui sono stati tre in tutto: uno con i Recruiter, uno con i People Business Partners e uno con l’HR Director. Superati i tre colloqui ho iniziato lo stage e, dopo circa nove mesi, ho avuto l’opportunità di ricoprire il mio attuale ruolo di Jr People Business Partner. 

 

Di cosa ti occupi in qualità di Jr People Business Partner in Aon?

In linea generale, il People Business Partner rappresenta quella figura aziendale che si pone al fianco del management al fine di allineare le strategie HR con gli obiettivi del business, supervisionando i processi di valutazione delle performance, la valutazione del clima aziendale e del benessere dei colleghi e i processi di recruiting. 

Nel concreto, le mansioni quotidiane sono molteplici e si distinguono principalmente tra attività programmate e connesse ai processi aziendali e attività che sorgono invece nel day by day. Tra le prime, per citarne alcune, possono essere inclusi il Goal Setting, la Performance Evaluation, l’Engagement Survey e il Compensation Cycle, che vengono gestiti dal People Office in sinergia con i Manager delle altre funzioni aziendali. 

Tra le seconde, invece, rientrano tutte le attività di supporto ai colleghi per quanto concerne le tematiche prettamente HR (modifiche al rapporto di lavoro, assunzioni, onboarding); la mia Area di competenza include circa 600 persone, quindi buona parte del lavoro si concentra sulla gestione delle differenti tematiche che emergono quotidianamente, attraverso un costante rapporto con il management e con i colleghi delle Aree che fanno riferimento a me come Business Partner. 

 

Nella nostra community di oltre 550.000 utenti ci sono molto studenti e giovani laureati che vorrebbero lavorare nel mondo HR: un consiglio che daresti a chi vorrebbe seguire la tua strada?

Per seguire questa strada e lavorare nel mondo HR è fondamentale avere una buona base di competenze tecniche, soprattutto per quanto concerne la gestione e lo sviluppo delle risorse. Le competenze tecniche si possono apprendere on the job, quello che invece a mio parere è fondamentale per chi vuole avvicinarsi a questo mondo e a questo ruolo nello specifico, è la consapevolezza di dover possedere anche una serie di competenze più “umane” che possono spaziare dalla capacità di ascolto, alla capacità di mediazione, all’abilità di gestire le esigenze dei colleghi senza mai perdere di vista gli obiettivi del business.

Come in tanti altri casi è importante essere appassionati del proprio settore, anche all’interno del mondo HR è altrettanto necessaria la passione, in questo caso nei confronti delle persone. Per questi motivi mi sento di consigliare una formazione di tipo umanistico, che solitamente consente di approfondire maggiormente gli aspetti sociopsicologici che stanno alla base dei comportamenti di ogni individuo, anche in ambito lavorativo. 

 

Invece un consiglio per chi vorrebbe lavorare in una realtà importante come Aon?

Aon è una realtà inclusiva e innovativa che può offrire molte opportunità di crescita a chi dimostra il desiderio di mettersi in gioco. Per lavorare in Aon è sicuramente necessario un interesse nei confronti del settore del brokeraggio assicurativo e riassicurativo, nonché il possesso di alcune caratteristiche quali la curiosità, la voglia di fare e la flessibilità, che rappresentano un punto di forza all’interno di una realtà così complessa dove viene solitamente apprezzata la capacità di essere parte proattiva del cambiamento.

Credo, infine, che lo studio universitario possa fare una grande differenza in questo: l’Università più di qualsiasi altra cosa è in grado di insegnarti un metodo che, una volta fatto proprio, rende più semplice e immediato l’apprendimento anche in ambito lavorativo, permettendo alla persona di adeguarsi velocemente all’interno di una realtà dinamica e in costante mutamento. Come si dice, di imparare non si finisce mai!

 

Sei un recruiter? Scopri come digitalizzare le strategie di employer branding e recruiting della tua azienda grazie a tutored. Attrai e assumi giovani talenti: scopri Tutored Business.

Dopo aver studiato tra Venezia e Milano, oggi Carlotta lavora in Aon come Junior People Business Partner

In quale università hai studiato e quale percorso di studi hai scelto?


Terminato il liceo scientifico ho deciso di seguire la mia passione e mi sono iscritta alla facoltà di Filosofia e Scienze Umane presso l’Università Ca Foscari di Venezia. Durante questo percorso ho avuto l’opportunità di approfondire materie molto diverse tra loro e di avvicinarmi in particolare al campo della Psicologia e della Pedagogia applicate ai contesti organizzativi. Per questo motivo, mi sono successivamente iscritta alla facoltà di Sociologia dell’Università Cattolica di Milano, dove ho conseguito la laurea magistrale in Gestione del Lavoro e Comunicazione per le Organizzazioni. 

Entrambi i percorsi mi hanno permesso di sviluppare competenze diverse: lo studio della Filosofia ti fornisce un metodo critico che cambia il modo in cui osservi la realtà circostante, mentre la magistrale in Cattolica mi ha formata in un’ottica aziendale consentendomi di interfacciarmi con il mondo del lavoro in modo più concreto. Lo studio, in questo secondo caso, viene infatti affiancato a molte esperienze formative sul campo e alla possibilità di lavorare in team su differenti progetti con i propri colleghi. 

 

Quale attività extra-universitaria pensi sia stata davvero importante per la tua carriera? 

È una domanda complicata! Non credo esistano esperienze oggettivamente migliori di altre, credo piuttosto che la differenza fondamentale stia nella capacità di essere il più curiosi e aperti possibile nei confronti di qualsiasi esperienza extra-studio, perché in un modo o nell’altro tutto ciò che scegliamo di fare ci può insegnare qualcosa di diverso, che sia il volontariato piuttosto che un’esperienza lavorativa parallela agli studi. 

Nel mio caso l’esperienza che più di ogni altra mi ha cambiata è stata il vivere in un’altra città per quattro anni. Uscire dalla zona di comfort ti rende autonomo e ti insegna fin da subito a confrontarti e a condividere i tuoi spazi e i tuoi punti di vista con persone diverse da te. Sono arrivata a Milano convinta di vivere da sola ma alla fine ho condiviso per tanti anni gli spazi con ragazze diverse e devo dire che questa condivisione mi ha arricchita molto anche a livello personale.

Credo quindi che l’importante sia sfidarsi sempre ed essere aperti nei confronti di qualsiasi esperienza anche quando si pensa di non avere le caratteristiche per farlo, perché riuscirci ti permette di scoprire cose che non conoscevi di te e di superare i limiti che credevi di avere.

 

Oggi lavori in Aon: come sei entrata in contatto con questa realtà? 


Durante l’ultimo anno di Università ho svolto uno stage in una piccola società di consulenza, grazie al quale ho confermato il mio interesse nel campo delle Risorse Umane e ho potuto scrivere la tesi sperimentale. Una volta laureata ho però sentito l’esigenza di confrontarmi con una realtà più complessa e dinamica, all’interno della quale mettere in pratica tutto quello che avevo studiato. Anche in questo caso si è trattato in un certo senso di uscire dalla propria zona di comfort per confrontarsi con qualcosa di nuovo e di diverso. 

In quel periodo Aon cercava un HR Generalist Intern, ho visto l’annuncio e mi sono candidata, il ruolo era quello che cercavo e sapevo che il team era ben strutturato. Nei giorni successivi sono stata contattata dal People Office e dopo un primo scambio telefonico mi sono recata in sede a Milano per il colloquio standard con i Recruiter. I colloqui sono stati tre in tutto: uno con i Recruiter, uno con i People Business Partners e uno con l’HR Director. Superati i tre colloqui ho iniziato lo stage e, dopo circa nove mesi, ho avuto l’opportunità di ricoprire il mio attuale ruolo di Jr People Business Partner. 

 

Di cosa ti occupi in qualità di Jr People Business Partner in Aon?

In linea generale, il People Business Partner rappresenta quella figura aziendale che si pone al fianco del management al fine di allineare le strategie HR con gli obiettivi del business, supervisionando i processi di valutazione delle performance, la valutazione del clima aziendale e del benessere dei colleghi e i processi di recruiting. 

Nel concreto, le mansioni quotidiane sono molteplici e si distinguono principalmente tra attività programmate e connesse ai processi aziendali e attività che sorgono invece nel day by day. Tra le prime, per citarne alcune, possono essere inclusi il Goal Setting, la Performance Evaluation, l’Engagement Survey e il Compensation Cycle, che vengono gestiti dal People Office in sinergia con i Manager delle altre funzioni aziendali. 

Tra le seconde, invece, rientrano tutte le attività di supporto ai colleghi per quanto concerne le tematiche prettamente HR (modifiche al rapporto di lavoro, assunzioni, onboarding); la mia Area di competenza include circa 600 persone, quindi buona parte del lavoro si concentra sulla gestione delle differenti tematiche che emergono quotidianamente, attraverso un costante rapporto con il management e con i colleghi delle Aree che fanno riferimento a me come Business Partner. 

 

Nella nostra community di oltre 550.000 utenti ci sono molto studenti e giovani laureati che vorrebbero lavorare nel mondo HR: un consiglio che daresti a chi vorrebbe seguire la tua strada?

Per seguire questa strada e lavorare nel mondo HR è fondamentale avere una buona base di competenze tecniche, soprattutto per quanto concerne la gestione e lo sviluppo delle risorse. Le competenze tecniche si possono apprendere on the job, quello che invece a mio parere è fondamentale per chi vuole avvicinarsi a questo mondo e a questo ruolo nello specifico, è la consapevolezza di dover possedere anche una serie di competenze più “umane” che possono spaziare dalla capacità di ascolto, alla capacità di mediazione, all’abilità di gestire le esigenze dei colleghi senza mai perdere di vista gli obiettivi del business.

Come in tanti altri casi è importante essere appassionati del proprio settore, anche all’interno del mondo HR è altrettanto necessaria la passione, in questo caso nei confronti delle persone. Per questi motivi mi sento di consigliare una formazione di tipo umanistico, che solitamente consente di approfondire maggiormente gli aspetti sociopsicologici che stanno alla base dei comportamenti di ogni individuo, anche in ambito lavorativo. 

 

Invece un consiglio per chi vorrebbe lavorare in una realtà importante come Aon?

Aon è una realtà inclusiva e innovativa che può offrire molte opportunità di crescita a chi dimostra il desiderio di mettersi in gioco. Per lavorare in Aon è sicuramente necessario un interesse nei confronti del settore del brokeraggio assicurativo e riassicurativo, nonché il possesso di alcune caratteristiche quali la curiosità, la voglia di fare e la flessibilità, che rappresentano un punto di forza all’interno di una realtà così complessa dove viene solitamente apprezzata la capacità di essere parte proattiva del cambiamento.

Credo, infine, che lo studio universitario possa fare una grande differenza in questo: l’Università più di qualsiasi altra cosa è in grado di insegnarti un metodo che, una volta fatto proprio, rende più semplice e immediato l’apprendimento anche in ambito lavorativo, permettendo alla persona di adeguarsi velocemente all’interno di una realtà dinamica e in costante mutamento. Come si dice, di imparare non si finisce mai!

 

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