Pubblicato il 16 Jun 2021
Pubblicato il 16 Jun 2021
ICT World: la storia di Francesco, studente di Ingegneria Informatica al Politecnico di Milano

ICT World: la storia di Francesco, studente di Ingegneria Informatica al Politecnico di Milano


In questa rubrica, noi di Tutored abbiamo raccolto le storie di brillanti studenti in ambito informatico, provenienti dalle più prestigiose università italiane.

 

Tutored è il punto di incontro tra studenti, giovani laureati e aziende. All’interno della nostra piattaforma, i membri hanno la possibilità di scoprire gli sbocchi lavorativi in base al loro percorso di studi, conoscere grandi aziende e candidarsi alle numerose opportunità di stage, lavoro e graduate program. La nostra community è formata da giovani uniti dall'ambizione. Su Tutored, raccontiamo le loro storie ed esperienze, con l'obiettivo di ispirare i più giovani e dare un'idea concreta del mondo del lavoro.

 

Innanzitutto ti chiederei di presentarti come persona, focalizzandoti in particolare sui tuoi interessi, le passioni e le ambizioni che hai avuto sin da giovane, e che ti hanno portato a studiare al Politecnico.

 

Salve a tutta la comunità di Tutored, mi presento. Sono Francesco Carratta, laureando in Ingegneria Informatica al Politecnico Di Milano, con specializzazione in Artificial Intelligence.

Nella mia vita ho avuto moltissimi interessi ma l'informatica non è stato fra i primi.
La mia passione per questo campo non nasce infatti sin da quando ero piccolo, anzi: ho deciso di intraprendere questa carriera solo un mese prima del mio esame di maturità! Ero indeciso fra tre potenziali percorsi: Medicina, con specializzazione in Neuropsichiatria infantile, Ingegneria Informatica, e Regia. Tre cose completamente diverse, alla cui base c'era però una mia passione comune.

Per scegliere al meglio ho deciso di stilare una lista di pro e contro per ogni opzione, fondandomi su diversi parametri: interesse nelle materie/anni di studio, creatività, ritorno economico futuro e interazione sociale. Alla fine, la migliore è risultata Ingegneria Informatica.

Il mio modo di pensare e agire è sempre stato: "Play smart, not hard" e sin da subito mi sembrò di aver fatto la scelta migliore. Poco dopo ho scoperto l'esistenza del mondo dell'Artifical Intelligence, e addentrandomici con curiosità ho capito, al 100%, che questo sarebbe stato ciò che avrei voluto fare nella mia vita.


Come ti trovi al Politecnico di Milano? Come trovi che sia il bilanciamento fra teoria e pratica nella didattica?

 

A posteriori, non posso che confermare l'impressione che ebbi appena entrato al PoliMi: è stata la scelta giusta. In questi 5 anni ho capito quanto sia stato fortunato, soprattutto confrontandomi con colleghi e amici di altre università. Come ogni università italiana è più orientata alla teoria piuttosto che alla pratica, soprattutto nei primi tre anni di studi. Durante il percorso magistrale, invece, si ha una tendenza abbastanza opposta: in questi anni ho avuto l’opportunità di sviluppare videogiochi, applicazioni sia software che hardware, e modelli di Machine Learning e Deep Learning in
diversi ambiti, come Computer Vision, NLP, Recommender System, Data Analysis... . Sul mio sito, in cui tratto di diverse tematiche del mondo TECH nel modo più smart possibile, è possibile consultare e approfondire tutti i miei progetti.

 

Potresti raccontarci di una tua esperienza extrauniversitaria (ma anche, se desideri, più di una) particolarmente rilevante per la tua formazione? Uno stage, un erasmus, un progetto, un'esperienza di volontariato, una passione particolare...

 

Durante i primi mesi di università, parlando con alcuni miei colleghi, mi sono accorto di essere "un po'indietro": loro avevano un percorso già ben definito e strutturato dal punto di vista lavorativo. Grazie a questi confronti ho capito che questo è un mondo che ti permette di lavorare prima di avere ottenuto il famoso "pezzo di carta".

Data la mia determinazione a intraprendere un percorso imprenditoriale, decisi di rimboccarmi le maniche: per un anno, dopo aver finito di studiare, ogni sera imparavo autonomamente il Web Development. Più capivo e scoprivo questo mondo, e più il mio interesse per esso e le sue mille sfaccettature cresceva. All'inizio del mio secondo anno di università avevo raggiunto un livello di conoscenze intermedio e ho ricevuto un incarico da un primo cliente.

La richiesta consisteva nello sviluppo di un'applicazione mobile in ambito Delivery. Dopo due mesi era pronta per la consegna, e il cliente ne fu molto soddisfatto. Il secondo progetto di lavoro è stato commissionato da un imprenditore che mi ha contattato per lo sviluppo di un app social con una chat in tempo reale.

Successivamente, uno studio di architettura mi ha chiesto di creare e sviluppare il loro sito Web. Un altro progetto in cui sono stato coinvolto è stata la creazione di una web application commissionata da un liceo. Una cosa di cui vado fiero è che non mi sono mai lasciato scoraggiare dalle proposte che mi arrivavano, impegnandomi sempre al massimo in ogni compito, e comprendendone la specificità: è così che ho capito che amo progettare, sviluppare e programmare. Ho iniziato a dedicarmi a tutto che mi suscita un’emozione, e può assieme aumentare il mio know-how e le mie capacità. La lista dei progetti continua, ed è tutt’ora in crescendo: ognuno di essi mi ha insegnato qualcosa non solo in ambito IT, ma anche nell'ambito delle relazioni sociali, attraverso il rapporto con i clienti.


Raccontaci di una ambizione per il futuro: cosa pensi di fare dopo il Politecnico? Dove ti piacerebbe andare a lavorare? Quali pensi che siano gli step necessari per arrivarci?

 

Il mio obiettivo finale è quello di vedermi, fra 10 anni, leader della mia azienda: ma prima di ciò, ci sono delle tappe che devo raggiungere e superare. In primis, finito il precorso accademico vorrei trasferirmi in Canada (o altri paesi come Germania, Australia etc.) e fare esperienza per 2/3 anni nel mondo dell’AI. In questo periodo voglio dedicarmi ad accrescere le mie competenze, e al contempo interfacciarmi con un'impostazione sociale e lavorativa diversa da quella italiana. Finiti questi anni, la mia idea è quella di tornare in Italia e andare a lavorare per un’azienda non molto grande, per capire meglio le dinamiche che si hanno in questi luoghi; infine, grazie alle conoscenze e alle esperienze acquisite negli anni, trasformare il mio sogno nella mia realtà.


Secondo te qual è una tecnologia già esistente (un algoritmo, una componente hardware, una componente software, un progetto...)  le cui potenzialità non sono state a pieno sfruttate? O che ha ampi margini di sviluppo?

 

Ci sono due temi di cui si può discutere per rispondere a questa domanda. Il primo è il mondo del Artificial Intelligence: basti sapere che negli ultimi 3/4 anni sono stati fatti più passi avanti che negli ultimi 15, dovuti sia a una serie di sviluppi in ambito teorico, che all'implementazione di hardware con migliori capacità computazionali, che hanno permesso di velocizzare i processi di ricerca e sviluppo. Ad oggi stiamo ancora grattando la superficie di questo mondo: si prospetta uno sviluppo esponenziale.

Il secondo campo invece è il Quantum Computing, ovvero una tecnologia hardware basata sulla fisica quantistica che permetterebbe di sviluppare e performare, in pochi secondi, algoritmi per i quali i classici PC impiegherebbero migliaia di anni. L'azienda che riuscirà a mettere le mani sulla realizzazione di un computer quantistico funzionate al 100% avrà in mano il sacro graal dei computer dell'era moderna, ma siamo ancora molto lontani da quel momento, e la corsa è ancora aperta.

In questa rubrica, noi di Tutored abbiamo raccolto le storie di brillanti studenti in ambito informatico, provenienti dalle più prestigiose università italiane.

 

Tutored è il punto di incontro tra studenti, giovani laureati e aziende. All’interno della nostra piattaforma, i membri hanno la possibilità di scoprire gli sbocchi lavorativi in base al loro percorso di studi, conoscere grandi aziende e candidarsi alle numerose opportunità di stage, lavoro e graduate program. La nostra community è formata da giovani uniti dall'ambizione. Su Tutored, raccontiamo le loro storie ed esperienze, con l'obiettivo di ispirare i più giovani e dare un'idea concreta del mondo del lavoro.

 

Innanzitutto ti chiederei di presentarti come persona, focalizzandoti in particolare sui tuoi interessi, le passioni e le ambizioni che hai avuto sin da giovane, e che ti hanno portato a studiare al Politecnico.

 

Salve a tutta la comunità di Tutored, mi presento. Sono Francesco Carratta, laureando in Ingegneria Informatica al Politecnico Di Milano, con specializzazione in Artificial Intelligence.

Nella mia vita ho avuto moltissimi interessi ma l'informatica non è stato fra i primi.
La mia passione per questo campo non nasce infatti sin da quando ero piccolo, anzi: ho deciso di intraprendere questa carriera solo un mese prima del mio esame di maturità! Ero indeciso fra tre potenziali percorsi: Medicina, con specializzazione in Neuropsichiatria infantile, Ingegneria Informatica, e Regia. Tre cose completamente diverse, alla cui base c'era però una mia passione comune.

Per scegliere al meglio ho deciso di stilare una lista di pro e contro per ogni opzione, fondandomi su diversi parametri: interesse nelle materie/anni di studio, creatività, ritorno economico futuro e interazione sociale. Alla fine, la migliore è risultata Ingegneria Informatica.

Il mio modo di pensare e agire è sempre stato: "Play smart, not hard" e sin da subito mi sembrò di aver fatto la scelta migliore. Poco dopo ho scoperto l'esistenza del mondo dell'Artifical Intelligence, e addentrandomici con curiosità ho capito, al 100%, che questo sarebbe stato ciò che avrei voluto fare nella mia vita.


Come ti trovi al Politecnico di Milano? Come trovi che sia il bilanciamento fra teoria e pratica nella didattica?

 

A posteriori, non posso che confermare l'impressione che ebbi appena entrato al PoliMi: è stata la scelta giusta. In questi 5 anni ho capito quanto sia stato fortunato, soprattutto confrontandomi con colleghi e amici di altre università. Come ogni università italiana è più orientata alla teoria piuttosto che alla pratica, soprattutto nei primi tre anni di studi. Durante il percorso magistrale, invece, si ha una tendenza abbastanza opposta: in questi anni ho avuto l’opportunità di sviluppare videogiochi, applicazioni sia software che hardware, e modelli di Machine Learning e Deep Learning in
diversi ambiti, come Computer Vision, NLP, Recommender System, Data Analysis... . Sul mio sito, in cui tratto di diverse tematiche del mondo TECH nel modo più smart possibile, è possibile consultare e approfondire tutti i miei progetti.

 

Potresti raccontarci di una tua esperienza extrauniversitaria (ma anche, se desideri, più di una) particolarmente rilevante per la tua formazione? Uno stage, un erasmus, un progetto, un'esperienza di volontariato, una passione particolare...

 

Durante i primi mesi di università, parlando con alcuni miei colleghi, mi sono accorto di essere "un po'indietro": loro avevano un percorso già ben definito e strutturato dal punto di vista lavorativo. Grazie a questi confronti ho capito che questo è un mondo che ti permette di lavorare prima di avere ottenuto il famoso "pezzo di carta".

Data la mia determinazione a intraprendere un percorso imprenditoriale, decisi di rimboccarmi le maniche: per un anno, dopo aver finito di studiare, ogni sera imparavo autonomamente il Web Development. Più capivo e scoprivo questo mondo, e più il mio interesse per esso e le sue mille sfaccettature cresceva. All'inizio del mio secondo anno di università avevo raggiunto un livello di conoscenze intermedio e ho ricevuto un incarico da un primo cliente.

La richiesta consisteva nello sviluppo di un'applicazione mobile in ambito Delivery. Dopo due mesi era pronta per la consegna, e il cliente ne fu molto soddisfatto. Il secondo progetto di lavoro è stato commissionato da un imprenditore che mi ha contattato per lo sviluppo di un app social con una chat in tempo reale.

Successivamente, uno studio di architettura mi ha chiesto di creare e sviluppare il loro sito Web. Un altro progetto in cui sono stato coinvolto è stata la creazione di una web application commissionata da un liceo. Una cosa di cui vado fiero è che non mi sono mai lasciato scoraggiare dalle proposte che mi arrivavano, impegnandomi sempre al massimo in ogni compito, e comprendendone la specificità: è così che ho capito che amo progettare, sviluppare e programmare. Ho iniziato a dedicarmi a tutto che mi suscita un’emozione, e può assieme aumentare il mio know-how e le mie capacità. La lista dei progetti continua, ed è tutt’ora in crescendo: ognuno di essi mi ha insegnato qualcosa non solo in ambito IT, ma anche nell'ambito delle relazioni sociali, attraverso il rapporto con i clienti.


Raccontaci di una ambizione per il futuro: cosa pensi di fare dopo il Politecnico? Dove ti piacerebbe andare a lavorare? Quali pensi che siano gli step necessari per arrivarci?

 

Il mio obiettivo finale è quello di vedermi, fra 10 anni, leader della mia azienda: ma prima di ciò, ci sono delle tappe che devo raggiungere e superare. In primis, finito il precorso accademico vorrei trasferirmi in Canada (o altri paesi come Germania, Australia etc.) e fare esperienza per 2/3 anni nel mondo dell’AI. In questo periodo voglio dedicarmi ad accrescere le mie competenze, e al contempo interfacciarmi con un'impostazione sociale e lavorativa diversa da quella italiana. Finiti questi anni, la mia idea è quella di tornare in Italia e andare a lavorare per un’azienda non molto grande, per capire meglio le dinamiche che si hanno in questi luoghi; infine, grazie alle conoscenze e alle esperienze acquisite negli anni, trasformare il mio sogno nella mia realtà.


Secondo te qual è una tecnologia già esistente (un algoritmo, una componente hardware, una componente software, un progetto...)  le cui potenzialità non sono state a pieno sfruttate? O che ha ampi margini di sviluppo?

 

Ci sono due temi di cui si può discutere per rispondere a questa domanda. Il primo è il mondo del Artificial Intelligence: basti sapere che negli ultimi 3/4 anni sono stati fatti più passi avanti che negli ultimi 15, dovuti sia a una serie di sviluppi in ambito teorico, che all'implementazione di hardware con migliori capacità computazionali, che hanno permesso di velocizzare i processi di ricerca e sviluppo. Ad oggi stiamo ancora grattando la superficie di questo mondo: si prospetta uno sviluppo esponenziale.

Il secondo campo invece è il Quantum Computing, ovvero una tecnologia hardware basata sulla fisica quantistica che permetterebbe di sviluppare e performare, in pochi secondi, algoritmi per i quali i classici PC impiegherebbero migliaia di anni. L'azienda che riuscirà a mettere le mani sulla realizzazione di un computer quantistico funzionate al 100% avrà in mano il sacro graal dei computer dell'era moderna, ma siamo ancora molto lontani da quel momento, e la corsa è ancora aperta.