Pubblicato il 15 Sep 2020
Pubblicato il 15 Sep 2020
Tutored incontra Gabriele, Group Total Reward & Global Mobility Specialist in Amplifon

Tutored incontra Gabriele, Group Total Reward & Global Mobility Specialist in Amplifon


Dopo un percorso accademico dal respiro internazionale, Gabriele Calabrò ha avviato la sua carriera nel settore HR, passando dalla consulenza al mondo corporate. 


Tutored è il punto di incontro tra studenti, giovani laureati e aziende. All’interno della nostra piattaforma, gli utenti possono scoprire gli sbocchi lavorativi in base al loro percorso di studio, esplorare le aziende e candidarsi alle numerose opportunità di stage, lavoro e graduate program. 

All’interno della piattaforma, ci piace raccontare le storie di giovani talenti che hanno fatto un percorso di studio brillante e oggi lavorano presso importanti realtà. 


Hai avuto un percorso di studi molto interessante: puoi raccontarlo brevemente? Quanto è importante secondo te fare un'esperienza di studi all'estero?


A seguito della maturità classica ho intrapreso un corso di studi triennale in Economia Aziendale presso l’università di Messina e da lì sono partito alla volta di Padova. Ho scelto Padova perchè la facoltà di economia, oltre ad esser riconosciuta in tutta Italia per la qualità dell’insegnamento, offriva sia corsi di studio interamente in lingua inglese sia numerose opportunità di studio all’estero, entrambi caratteri imprescindibili per la mia scelta.

Studiare all’estero, prima negli Stati Uniti e poi in Francia, mi ha permesso non solo di venire a contatto con ragazzi provenienti dalle parti più disparate del mondo con culture e background totalmente diversi tra di loro, ma di venire a contatto anche con realtà “distanti” dalla nostra, quale ad esempio la vita in un campus americano.

A mio parere, un’esperienza di studi all’estero è fondamentale, poichè permette agli studenti di crescere sotto molteplici punti di vista, primo fra tutti sicuramente sotto un aspetto relazionale. In entrambe mie esperienze all’estero ho realizzato diversi progetti con team caratterizzati da una forte connotazione internazionale, e questo sicuramente mi è tornato utile nella mia esperienza lavorativa, facendo parte di un contesto altamente multinazionale come quello di Amplifon.

Un altro elemento che viene particolarmente stressato è l’attitudine al problem solving, che può essere stimolato ed affinato solamente al di fuori della propria comfort-zone. Infine, un altro punto da non sottovalutare è la possibilità di migliorare la conoscenza di una lingua straniera o di impararne una totalmente nuova, carattere sicuramente distintivo che in fase di colloquio potrà dare un plus notevole rispetto ad altri candidati.


Quale attività extra-universitaria pensi sia stata davvero importante per la tua carriera? Un consiglio che daresti a chi sta studiando in questo momento?


Nel corso dei cinque anni di studio ho avuto il piacere di partecipare a numerose attività extra-universitarie; da tornei sportivi a laboratori linguistici, passando per cine-festival. Tra le diverse attività, ricordo soprattutto con piacere alcune sessioni di incontro organizzate dall’Università di Padova con figure apicali di alcune delle più importanti realtà aziendali locali e non.

Il consiglio che sento di dare ai ragazzi che studiano in questo momento è quello sicuramente di partecipare il più possibile ad eventi di questo tipo per lasciarvi ispirare; le storie di successo condivise da imprenditori e Director di successo sono uno degli strumenti migliori per capire che direzione dare alla vostra vita personale e professionale, su quale area focalizzare il vostro interesse e soprattutto che tipo di effort è richiesto per arrivare alla vostra meta, il tutto facendo tesoro dei loro consigli e delle loro esperienze, qualcosa sicuramente di prezioso.


In questo momento lavori in Amplifon: come ci sei arrivato e come si sono svolte le selezioni?


Ho iniziato la mia carriera in Amplifon nel Gennaio 2019 dopo due esperienze in EY e Mattel Italia. In EY mi sono occupato per circa tre anni di consulenza fiscale e previdenziale per il personale in mobilità internazionale; è stata un’esperienza fondamentale per la mia crescita, non solo perchè ha rappresentato il mio primo lavoro a seguito della laurea, ma perchè mi ha dato le basi e gli strumenti per crescere non solo dal punto di vista tecnico e professionale ma anche e soprattutto umano.

Successivamente, per circa 6 mesi, ho lavorato in Mattel Italia occupandomi di HR a 360 gradi per tutta l’area Pan Europe; il periodo è stato breve ma ricordo con piacere il mood dell’ufficio e le persone eccezionali che lo popolavano. Alla chiamata di Amplifon non ho potuto resistere, affascinato dal contesto multinazionale e dinamico di una società italiana quotata in borsa con uffici e sedi in ogni Region del mondo. La selezione ha previsto diverse interviste di carattere tecnico e motivazionale che hanno coinvolto il team di recruiting, il team Total Reward con il quale avrei dovuto lavorare ed infine il nostro Chief HR Officer. Ho un ottimo ricordo di tutto l’iter di selezione, il tutto si è svolto in un paio di settimane.


Di cosa ti occupi in qualità di Group Total Reward & Global Mobility Specialist nel team di Amplifon?

Mi occupo di dare supporto nella gestione delle politiche di remunerazione del Gruppo e nella gestione del personale in espatrio. Il core della mia attività riguarda la gestione dei piani di incentivazione di breve e lungo termine, curare i processi compensation tipici quali salary review annuale ed gestire i flussi relativi al personale in distacco, sia da un punto di vista di compliance interna che di rispetto delle normative fiscali e previdenziali dei diversi paesi esteri coinvolti.

Il ruolo è di forte responsabilità in quanto, per la parte di Total Reward, il team ha l’ownership di disegnare i processi legati alla remuneration per l’intero Gruppo, che consta di circa 16.000 dipendenti in tutto il mondo, tra personale di ufficio e di negozio.

La parte di Global Mobility, invece, oltre ad essere particolarmente tecnica per sua natura, in Corporate assume una connotazione ancora più gestionale rispetto all’esperienza in consulenza: non curiamo, infatti,  solamente gli aspetti strettamente legati alla fiscalità ma ci occupiamo direttamente del percorso di crescita del nostro personale, identificando le migliori opportunità di sviluppo per i nostri candidati. Si può dire che le due anime del ruolo si intrecciano continuamente, ed a mio parere è proprio questo l’aspetto che rende sfidante, e allo stesso tempo affascinante, il ruolo che ricopro.


Hai lavorato sia per una società di consulenza come EY e sia presso una grande azienda del calibro di Amplifon: quali sono le differenze nel metodo di lavoro di queste due realtà? Come mai ha scelto di lasciare la consulenza per una corporate?


EY e Amplifon, seppur diverse nella tipologia di servizio offerto, a mio parere presentano più analogie che differenze: entrambe sono società che, dal punto di vista tecnico ed umano, danno modo di crescere in maniera notevole, soprattutto ragazzi che si affacciano per la prima volta al mondo del lavoro.

Ciò che ho sviluppato maggiormente in EY, e che mi porto dentro come bagaglio personale, sono sicuramente il metodo, l’attenzione ai dettagli e la gestione della pressione, legata spesso ad obiettivi da raggiungere e a scadenze da rispettare.

Ho deciso di passare alla realtà di Corporate poichè la mia idea è di formarmi come HR completo a 360 gradi, spostando così il focus da una competenza particolarmente verticale e specialistica ad un mix bilanciato di hard e soft skill. Data la dimensione aziendale e la forte multinazionalità, a mio parere Amplifon rappresenta sicuramente l’ambiente perfetto per sviluppare competenze tecniche solide l’aspetto gestionale ed organizzativo, tratti peculiari dell’idea di HR che mi piacerebbe diventare un giorno.


Sei un recruiter? Scopri come digitalizzare le strategie di employer branding e recruiting della tua azienda grazia a tutored. Attrai e assumi giovani talenti: scopri Tutored Business.

Dopo un percorso accademico dal respiro internazionale, Gabriele Calabrò ha avviato la sua carriera nel settore HR, passando dalla consulenza al mondo corporate. 


Tutored è il punto di incontro tra studenti, giovani laureati e aziende. All’interno della nostra piattaforma, gli utenti possono scoprire gli sbocchi lavorativi in base al loro percorso di studio, esplorare le aziende e candidarsi alle numerose opportunità di stage, lavoro e graduate program. 

All’interno della piattaforma, ci piace raccontare le storie di giovani talenti che hanno fatto un percorso di studio brillante e oggi lavorano presso importanti realtà. 


Hai avuto un percorso di studi molto interessante: puoi raccontarlo brevemente? Quanto è importante secondo te fare un'esperienza di studi all'estero?


A seguito della maturità classica ho intrapreso un corso di studi triennale in Economia Aziendale presso l’università di Messina e da lì sono partito alla volta di Padova. Ho scelto Padova perchè la facoltà di economia, oltre ad esser riconosciuta in tutta Italia per la qualità dell’insegnamento, offriva sia corsi di studio interamente in lingua inglese sia numerose opportunità di studio all’estero, entrambi caratteri imprescindibili per la mia scelta.

Studiare all’estero, prima negli Stati Uniti e poi in Francia, mi ha permesso non solo di venire a contatto con ragazzi provenienti dalle parti più disparate del mondo con culture e background totalmente diversi tra di loro, ma di venire a contatto anche con realtà “distanti” dalla nostra, quale ad esempio la vita in un campus americano.

A mio parere, un’esperienza di studi all’estero è fondamentale, poichè permette agli studenti di crescere sotto molteplici punti di vista, primo fra tutti sicuramente sotto un aspetto relazionale. In entrambe mie esperienze all’estero ho realizzato diversi progetti con team caratterizzati da una forte connotazione internazionale, e questo sicuramente mi è tornato utile nella mia esperienza lavorativa, facendo parte di un contesto altamente multinazionale come quello di Amplifon.

Un altro elemento che viene particolarmente stressato è l’attitudine al problem solving, che può essere stimolato ed affinato solamente al di fuori della propria comfort-zone. Infine, un altro punto da non sottovalutare è la possibilità di migliorare la conoscenza di una lingua straniera o di impararne una totalmente nuova, carattere sicuramente distintivo che in fase di colloquio potrà dare un plus notevole rispetto ad altri candidati.


Quale attività extra-universitaria pensi sia stata davvero importante per la tua carriera? Un consiglio che daresti a chi sta studiando in questo momento?


Nel corso dei cinque anni di studio ho avuto il piacere di partecipare a numerose attività extra-universitarie; da tornei sportivi a laboratori linguistici, passando per cine-festival. Tra le diverse attività, ricordo soprattutto con piacere alcune sessioni di incontro organizzate dall’Università di Padova con figure apicali di alcune delle più importanti realtà aziendali locali e non.

Il consiglio che sento di dare ai ragazzi che studiano in questo momento è quello sicuramente di partecipare il più possibile ad eventi di questo tipo per lasciarvi ispirare; le storie di successo condivise da imprenditori e Director di successo sono uno degli strumenti migliori per capire che direzione dare alla vostra vita personale e professionale, su quale area focalizzare il vostro interesse e soprattutto che tipo di effort è richiesto per arrivare alla vostra meta, il tutto facendo tesoro dei loro consigli e delle loro esperienze, qualcosa sicuramente di prezioso.


In questo momento lavori in Amplifon: come ci sei arrivato e come si sono svolte le selezioni?


Ho iniziato la mia carriera in Amplifon nel Gennaio 2019 dopo due esperienze in EY e Mattel Italia. In EY mi sono occupato per circa tre anni di consulenza fiscale e previdenziale per il personale in mobilità internazionale; è stata un’esperienza fondamentale per la mia crescita, non solo perchè ha rappresentato il mio primo lavoro a seguito della laurea, ma perchè mi ha dato le basi e gli strumenti per crescere non solo dal punto di vista tecnico e professionale ma anche e soprattutto umano.

Successivamente, per circa 6 mesi, ho lavorato in Mattel Italia occupandomi di HR a 360 gradi per tutta l’area Pan Europe; il periodo è stato breve ma ricordo con piacere il mood dell’ufficio e le persone eccezionali che lo popolavano. Alla chiamata di Amplifon non ho potuto resistere, affascinato dal contesto multinazionale e dinamico di una società italiana quotata in borsa con uffici e sedi in ogni Region del mondo. La selezione ha previsto diverse interviste di carattere tecnico e motivazionale che hanno coinvolto il team di recruiting, il team Total Reward con il quale avrei dovuto lavorare ed infine il nostro Chief HR Officer. Ho un ottimo ricordo di tutto l’iter di selezione, il tutto si è svolto in un paio di settimane.


Di cosa ti occupi in qualità di Group Total Reward & Global Mobility Specialist nel team di Amplifon?

Mi occupo di dare supporto nella gestione delle politiche di remunerazione del Gruppo e nella gestione del personale in espatrio. Il core della mia attività riguarda la gestione dei piani di incentivazione di breve e lungo termine, curare i processi compensation tipici quali salary review annuale ed gestire i flussi relativi al personale in distacco, sia da un punto di vista di compliance interna che di rispetto delle normative fiscali e previdenziali dei diversi paesi esteri coinvolti.

Il ruolo è di forte responsabilità in quanto, per la parte di Total Reward, il team ha l’ownership di disegnare i processi legati alla remuneration per l’intero Gruppo, che consta di circa 16.000 dipendenti in tutto il mondo, tra personale di ufficio e di negozio.

La parte di Global Mobility, invece, oltre ad essere particolarmente tecnica per sua natura, in Corporate assume una connotazione ancora più gestionale rispetto all’esperienza in consulenza: non curiamo, infatti,  solamente gli aspetti strettamente legati alla fiscalità ma ci occupiamo direttamente del percorso di crescita del nostro personale, identificando le migliori opportunità di sviluppo per i nostri candidati. Si può dire che le due anime del ruolo si intrecciano continuamente, ed a mio parere è proprio questo l’aspetto che rende sfidante, e allo stesso tempo affascinante, il ruolo che ricopro.


Hai lavorato sia per una società di consulenza come EY e sia presso una grande azienda del calibro di Amplifon: quali sono le differenze nel metodo di lavoro di queste due realtà? Come mai ha scelto di lasciare la consulenza per una corporate?


EY e Amplifon, seppur diverse nella tipologia di servizio offerto, a mio parere presentano più analogie che differenze: entrambe sono società che, dal punto di vista tecnico ed umano, danno modo di crescere in maniera notevole, soprattutto ragazzi che si affacciano per la prima volta al mondo del lavoro.

Ciò che ho sviluppato maggiormente in EY, e che mi porto dentro come bagaglio personale, sono sicuramente il metodo, l’attenzione ai dettagli e la gestione della pressione, legata spesso ad obiettivi da raggiungere e a scadenze da rispettare.

Ho deciso di passare alla realtà di Corporate poichè la mia idea è di formarmi come HR completo a 360 gradi, spostando così il focus da una competenza particolarmente verticale e specialistica ad un mix bilanciato di hard e soft skill. Data la dimensione aziendale e la forte multinazionalità, a mio parere Amplifon rappresenta sicuramente l’ambiente perfetto per sviluppare competenze tecniche solide l’aspetto gestionale ed organizzativo, tratti peculiari dell’idea di HR che mi piacerebbe diventare un giorno.


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