Pubblicato il 15 Mar 2021
Pubblicato il 15 Mar 2021
Tutored incontra Giacomo, Revenue Lead in Google

Tutored incontra Giacomo, Revenue Lead in Google


La storia di Giacomo Speranza: laurea in Marketing, esperienza a Londra e un presente da Revenue Lead in Google

 

Tutored è il punto di incontro tra studenti, giovani laureati e aziende. All’interno della nostra piattaforma, i membri hanno la possibilità di scoprire gli sbocchi lavorativi in base al loro percorso di studi, conoscere grandi aziende e candidarsi alle numerose opportunità di stage, lavoro e graduate program. La nostra community è formata da giovani uniti dall'ambizione. Su Tutored, raccontiamo le loro storie ed esperienze, con l'obiettivo di ispirare i più giovani e dare un'idea concreta del mondo del lavoro.

 

Quale percorso di studi hai scelto? Quanto è importante secondo te svolgere un'esperienza di studio fuori dall'italia e dalla propria comfort zone?

Uscito dal Liceo avevo le idee abbastanza chiare, volevo studiare Management. Mi ricordo che al test d’ingresso di Economia a Bologna arrivai primo su 1500 candidati e per la prima volta pensai “beh, forse questa strada fa davvero per me”. Mi sono laureato quindi in Management & Marketing all’Università di Bologna con Erasmus a Londra - uno degli ultimi della storia, sfortunatamente - presso la European Business School.

Alla fine della triennale ho fatto il GMAT - che consiglio vivamente di fare in quel periodo - e con un buon punteggio in mano ho fatto application per diverse specialistiche in area management. Ho alla fine deciso di trasferirmi a Milano per studiare Marketing Management in Bocconi con borsa di studio al merito annessa, una chiamata sinceramente irrinunciabile. Ho studiato un anno in Bocconi facendo un'infinità di lavori di gruppo, mentre l’anno successivo ho iniziato con gli stage dando gli esami da non frequentante studiando la sera e nei weekend. Nell’intermezzo estivo ho anche dato un esame alla UCLA di Los Angeles che male non fa.

Per quanto riguarda l’esperienza di studio all’estero, posso dire agli indecisi che ho talmente tanti bei ricordi di quel periodo che nella mia memoria mi sembra di aver passato a Londra più di un anno, quando in realtà ci ho speso solo un semestre. Sapersi approcciare alla diversità del mondo (pensate che il mio coinquilino era giapponese!) torna sempre utile, sia in ambito business che in quello personale.

 

Quale attività extra-universitaria pensi sia stata davvero importante per la tua carriera? Un consiglio che daresti a chi sta studiando in questo momento?

Due: lo sport e l’aver fatto parte di una community di mentoring come mentee e ambassador.

Lo sport, nel mio caso il tennis e la corsa, ha due benefici principali: il primo è che mi ha insegnato a tenere costantemente alta la concentrazione e la motivazione per lunghi periodi, pensate in ambito lavorativo alle giornate di meeting interminabili. Il secondo è “chimico”: fare sport mi rende non solo fisicamente anche mentalmente molto più attivo. 

L’esperienza in Mentors4u è stata anch’essa fondamentale. Il mio mentore è stato una bussola a cui ho fatto ricorso in diversi periodi della mia carriera universitaria prima e lavorativa poi. Ho creduto così tanto nel programma da mettermi poi in gioco per raccontarlo in prima persona come ambassador: ricordo ancora molto bene i pomeriggi passati girando di aula in aula tenendo speech per presentare il programma agli studenti. Bellissima esperienza durante la quale ho iniziato ad appassionarmi anche al public speaking.

Come consiglio per chi studia, ribaltando un concetto classico, invece di “don’t be afraid to fail” direi “don’t be afraid to succeed”. Portate a casa i risultati scolastici migliori possibili ma buttatevi anche su ogni esperienza che vi appassiona, SOPRATTUTTO su quelle che vi spaventano di più. A 20 anni si può sbagliare liberamente, è un lasciapassare che piano piano se ne va.

 

Prima di arrivare in Google, hai svolto diverse esperienze lavorative: puoi raccontarle brevemente?

Certo! Ho fatto il mio primo stage durante la triennale in una società di consulenza SAP, mi facevo 200 km in macchina al giorno e tornato a casa le sere di Luglio studiavo diritto commerciale.. Un periodo tosto ma divertente dove ho mosso i miei primi passi nel mondo della comunicazione digitale. 

Ho conosciuto lì un imprenditore con cui ho portato avanti una startup del mondo dell’occhialeria in cui ho lavorato tra triennale e magistrale. Un’esperienza incredibilmente formativa: già dai primi pitch mi sono reso conto dell’estrema differenza tra pratica reale e simulazione universitaria. Quando presenti in università i professori ti lasciano tutta la serenità del mondo, al primo pitch della mia vita ho parlato circa 15 secondi prima di essere interrotto e di dover passare da slide 1 a slide 57. Dopo un po’ ci si fa l’abitudine. 

Il mio ultimo stage prima di Google è stato in Nielsen: ci sono entrato durante la magistrale dopo aver partecipato ad un business game con la Bocconi. Ho anche rifiutato uno scambio in US per entrare in Nielsen perché, vista la mia passione per l’analisi dati nel marketing, lavorarci era davvero un sogno che si avverava. Lì ho imparato i processi e la gestione degli stakeholder esterni e interni di una grande realtà corporate americana. Sono insegnamenti fondamentali e preziosi a inizio carriera, che mi sono serviti tantissimo in Google.

 

Come sei arrivato in Google?

Sempre sulla scia del “don’t be afraid to succeed” mentre ero in Nielsen ho fatto un paio di application per lo stage nelle uniche realtà per cui avrei lasciato la mia posizione, essendo ai tempi decisamente instradato verso un contratto a tempo indeterminato. Ho applicato a una posizione di intern in Google e ho passato le preselezioni per poi affrontare i colloqui. Sono sempre stato un grande appassionato di tecnologia e digitale quindi arrivai ai colloqui molto preparato: ho fatto 4 step per poi ricevere una offerta di internship nella posizione di Analytical Consultant, lo stesso ruolo che ricoprivo in Nielsen. Presi il treno e lasciai una posizione sicura per un’esperienza che mi emozionava. Lo rifarei mille volte.

 

Da quando sei entrato in Google, hai ricoperto 3 ruoli diversi: di cosa ti sei occupato?

Sì, è stato un bel viaggio finora! Ho iniziato come analista nel team che segue i clienti finance, facendo da consulente sul marketing digitale e la digital transformation per grandi realtà del settore banking/insurance. Ho poi lavorato come analista marketing per il team retail, lavorando alle strategie di marketing e comunicazione per i grandi clienti del mondo retail - in particolare quelli fashion. Infine sono diventato Revenue Lead del team che segue i grandi partner strategici, seguendo i publisher italiani per aiutarli a crescere con i prodotti Google. Sono tutti lavori che ho svolto con grande esposizione a team internazionali, viaggiando molto - ai bei tempi - e con la spinta costante di Google a pensare sempre 10x.

 

Un consiglio che daresti a tutti gli studenti e i giovani laureati della nostra community che vorrebbero lavorare in Google o in un'altra delle Tech Companies?

Quello che posso dire su di me è che da quando sono bambino sono sempre stato estremamente curioso, mi annoio davvero molto a fare le stesse cose. Provando e riprovando ho scoperto che mi piaceva il digital e il lavoro sales: è tutto in discesa quando trovi un ambito che ti appassiona. Se però non lo siete interessati non dovete tentare solo perché è un settore “trendy”, anche perché poca passione si può riflettere in scarse performance lavorative o ai colloqui.


Per quelli invece che sono veri appassionati, ci sono tracce che posso riconoscere nel mio percorso come in quello di altri, e quindi cercherò di universalizzare: c’è una citazione di Larry Page - fondatore di Google - che mi piace molto: “With a healthy disregard for the impossible, people can do almost anything”. Per arrivare in una realtà come Google devi essere capace di lavorare durissimo ma anche di sognare e di inseguire possibilità che ti possono sembrare remote. Questo consiglio vale davvero per tutti. Quindi se il digital è la vostra aspirazione iniziate subito ad accumulare esperienze e relazioni in quest’ambito.. e sempre eyes on the prize.

 

Sei un recruiter? Scopri come digitalizzare le strategie di employer branding e recruiting della tua azienda grazie a tutored. Attrai e assumi giovani talenti: scopri Tutored Business.

La storia di Giacomo Speranza: laurea in Marketing, esperienza a Londra e un presente da Revenue Lead in Google

 

Tutored è il punto di incontro tra studenti, giovani laureati e aziende. All’interno della nostra piattaforma, i membri hanno la possibilità di scoprire gli sbocchi lavorativi in base al loro percorso di studi, conoscere grandi aziende e candidarsi alle numerose opportunità di stage, lavoro e graduate program. La nostra community è formata da giovani uniti dall'ambizione. Su Tutored, raccontiamo le loro storie ed esperienze, con l'obiettivo di ispirare i più giovani e dare un'idea concreta del mondo del lavoro.

 

Quale percorso di studi hai scelto? Quanto è importante secondo te svolgere un'esperienza di studio fuori dall'italia e dalla propria comfort zone?

Uscito dal Liceo avevo le idee abbastanza chiare, volevo studiare Management. Mi ricordo che al test d’ingresso di Economia a Bologna arrivai primo su 1500 candidati e per la prima volta pensai “beh, forse questa strada fa davvero per me”. Mi sono laureato quindi in Management & Marketing all’Università di Bologna con Erasmus a Londra - uno degli ultimi della storia, sfortunatamente - presso la European Business School.

Alla fine della triennale ho fatto il GMAT - che consiglio vivamente di fare in quel periodo - e con un buon punteggio in mano ho fatto application per diverse specialistiche in area management. Ho alla fine deciso di trasferirmi a Milano per studiare Marketing Management in Bocconi con borsa di studio al merito annessa, una chiamata sinceramente irrinunciabile. Ho studiato un anno in Bocconi facendo un'infinità di lavori di gruppo, mentre l’anno successivo ho iniziato con gli stage dando gli esami da non frequentante studiando la sera e nei weekend. Nell’intermezzo estivo ho anche dato un esame alla UCLA di Los Angeles che male non fa.

Per quanto riguarda l’esperienza di studio all’estero, posso dire agli indecisi che ho talmente tanti bei ricordi di quel periodo che nella mia memoria mi sembra di aver passato a Londra più di un anno, quando in realtà ci ho speso solo un semestre. Sapersi approcciare alla diversità del mondo (pensate che il mio coinquilino era giapponese!) torna sempre utile, sia in ambito business che in quello personale.

 

Quale attività extra-universitaria pensi sia stata davvero importante per la tua carriera? Un consiglio che daresti a chi sta studiando in questo momento?

Due: lo sport e l’aver fatto parte di una community di mentoring come mentee e ambassador.

Lo sport, nel mio caso il tennis e la corsa, ha due benefici principali: il primo è che mi ha insegnato a tenere costantemente alta la concentrazione e la motivazione per lunghi periodi, pensate in ambito lavorativo alle giornate di meeting interminabili. Il secondo è “chimico”: fare sport mi rende non solo fisicamente anche mentalmente molto più attivo. 

L’esperienza in Mentors4u è stata anch’essa fondamentale. Il mio mentore è stato una bussola a cui ho fatto ricorso in diversi periodi della mia carriera universitaria prima e lavorativa poi. Ho creduto così tanto nel programma da mettermi poi in gioco per raccontarlo in prima persona come ambassador: ricordo ancora molto bene i pomeriggi passati girando di aula in aula tenendo speech per presentare il programma agli studenti. Bellissima esperienza durante la quale ho iniziato ad appassionarmi anche al public speaking.

Come consiglio per chi studia, ribaltando un concetto classico, invece di “don’t be afraid to fail” direi “don’t be afraid to succeed”. Portate a casa i risultati scolastici migliori possibili ma buttatevi anche su ogni esperienza che vi appassiona, SOPRATTUTTO su quelle che vi spaventano di più. A 20 anni si può sbagliare liberamente, è un lasciapassare che piano piano se ne va.

 

Prima di arrivare in Google, hai svolto diverse esperienze lavorative: puoi raccontarle brevemente?

Certo! Ho fatto il mio primo stage durante la triennale in una società di consulenza SAP, mi facevo 200 km in macchina al giorno e tornato a casa le sere di Luglio studiavo diritto commerciale.. Un periodo tosto ma divertente dove ho mosso i miei primi passi nel mondo della comunicazione digitale. 

Ho conosciuto lì un imprenditore con cui ho portato avanti una startup del mondo dell’occhialeria in cui ho lavorato tra triennale e magistrale. Un’esperienza incredibilmente formativa: già dai primi pitch mi sono reso conto dell’estrema differenza tra pratica reale e simulazione universitaria. Quando presenti in università i professori ti lasciano tutta la serenità del mondo, al primo pitch della mia vita ho parlato circa 15 secondi prima di essere interrotto e di dover passare da slide 1 a slide 57. Dopo un po’ ci si fa l’abitudine. 

Il mio ultimo stage prima di Google è stato in Nielsen: ci sono entrato durante la magistrale dopo aver partecipato ad un business game con la Bocconi. Ho anche rifiutato uno scambio in US per entrare in Nielsen perché, vista la mia passione per l’analisi dati nel marketing, lavorarci era davvero un sogno che si avverava. Lì ho imparato i processi e la gestione degli stakeholder esterni e interni di una grande realtà corporate americana. Sono insegnamenti fondamentali e preziosi a inizio carriera, che mi sono serviti tantissimo in Google.

 

Come sei arrivato in Google?

Sempre sulla scia del “don’t be afraid to succeed” mentre ero in Nielsen ho fatto un paio di application per lo stage nelle uniche realtà per cui avrei lasciato la mia posizione, essendo ai tempi decisamente instradato verso un contratto a tempo indeterminato. Ho applicato a una posizione di intern in Google e ho passato le preselezioni per poi affrontare i colloqui. Sono sempre stato un grande appassionato di tecnologia e digitale quindi arrivai ai colloqui molto preparato: ho fatto 4 step per poi ricevere una offerta di internship nella posizione di Analytical Consultant, lo stesso ruolo che ricoprivo in Nielsen. Presi il treno e lasciai una posizione sicura per un’esperienza che mi emozionava. Lo rifarei mille volte.

 

Da quando sei entrato in Google, hai ricoperto 3 ruoli diversi: di cosa ti sei occupato?

Sì, è stato un bel viaggio finora! Ho iniziato come analista nel team che segue i clienti finance, facendo da consulente sul marketing digitale e la digital transformation per grandi realtà del settore banking/insurance. Ho poi lavorato come analista marketing per il team retail, lavorando alle strategie di marketing e comunicazione per i grandi clienti del mondo retail - in particolare quelli fashion. Infine sono diventato Revenue Lead del team che segue i grandi partner strategici, seguendo i publisher italiani per aiutarli a crescere con i prodotti Google. Sono tutti lavori che ho svolto con grande esposizione a team internazionali, viaggiando molto - ai bei tempi - e con la spinta costante di Google a pensare sempre 10x.

 

Un consiglio che daresti a tutti gli studenti e i giovani laureati della nostra community che vorrebbero lavorare in Google o in un'altra delle Tech Companies?

Quello che posso dire su di me è che da quando sono bambino sono sempre stato estremamente curioso, mi annoio davvero molto a fare le stesse cose. Provando e riprovando ho scoperto che mi piaceva il digital e il lavoro sales: è tutto in discesa quando trovi un ambito che ti appassiona. Se però non lo siete interessati non dovete tentare solo perché è un settore “trendy”, anche perché poca passione si può riflettere in scarse performance lavorative o ai colloqui.


Per quelli invece che sono veri appassionati, ci sono tracce che posso riconoscere nel mio percorso come in quello di altri, e quindi cercherò di universalizzare: c’è una citazione di Larry Page - fondatore di Google - che mi piace molto: “With a healthy disregard for the impossible, people can do almost anything”. Per arrivare in una realtà come Google devi essere capace di lavorare durissimo ma anche di sognare e di inseguire possibilità che ti possono sembrare remote. Questo consiglio vale davvero per tutti. Quindi se il digital è la vostra aspirazione iniziate subito ad accumulare esperienze e relazioni in quest’ambito.. e sempre eyes on the prize.

 

Sei un recruiter? Scopri come digitalizzare le strategie di employer branding e recruiting della tua azienda grazie a tutored. Attrai e assumi giovani talenti: scopri Tutored Business.