Pubblicato il 14 Apr 2021
Pubblicato il 14 Apr 2021
Tutored incontra Jasmine, Corporate Finance Senior Analyst in EY

Tutored incontra Jasmine, Corporate Finance Senior Analyst in EY


Studi in Relazioni Internazionali e Management e esperienze all'estero: il percorso di Jasmine

Tutored è il punto di incontro tra studenti, giovani laureati e aziende. All’interno della nostra piattaforma, i membri hanno la possibilità di scoprire gli sbocchi lavorativi in base al loro percorso di studi, conoscere grandi aziende e candidarsi alle numerose opportunità di stage, lavoro e graduate program. La nostra community è formata da giovani uniti dall'ambizione. Su Tutored, raccontiamo le loro storie ed esperienze, con l'obiettivo di ispirare i più giovani e dare un'idea concreta del mondo del lavoro.

 

 

In quale università hai studiato e quale percorso di studi hai scelto?


La mia formazione accademica si distingue per un percorso eterogeneo, il cui fil rouge è l’internazionalità, un carattere intrinseco forse legato al nome persiano che i miei genitori, italiani, hanno scelto per me. Dopo gli studi classici ed una laurea triennale in Relazioni Internazionali presso l’Università degli Studi di Trieste, ho conseguito il titolo magistrale in International Management presso l’Università degli Studi di Trento: un corso di studi di impronta anglosassone impartito interamente in lingua inglese con un’alta percentuale di studenti da tutto il mondo, che oltre ad avermi dato un solido background accademico, mi ha offerto l’opportunità di studiare tra Asia ed Europa. Benché di impronta qualitativa, la laurea triennale, con la sua molteplicità di materie di studio, ha rivelato la mia passione per le materie economiche, allenandomi allo stesso tempo alla flessibilità necessaria ad intraprendere un percorso di studi esclusivamente quantitativo e più affine ad una mente che ama i numeri quale la mia.

 


Quanto è importante, secondo te, svolgere un'esperienza di studio o di lavoro all'estero? 


Le esperienze all’estero sono una conditio sine qua non al fine di risultare competitivi e spendibili nel mondo del lavoro oggi, dove la distinzione tra nazionale e internazionale è sempre più fluida e le distanze sono sempre più brevi. Nel mio caso ha sicuramente fatto la differenza la consistente esposizione internazionale avuta durante gli anni dell’università, con esperienze di studio e di stage in Europa e in vari paesi dell’Asia, dalle zone più povere dell’India a metropoli dove il futuro è già nel presente, quali Shanghai e Singapore, che hanno forgiato il mio spirito di adattamento e un approccio “why not” rispetto a “can I”. Il trasferimento in Cina a 24 anni senza alcuna nozione di lingua e cultura cinese è stata l’esperienza più sfidante della mia vita: ho davvero imparato che non esistono limiti che non possiamo superare, se non quelli dettati dalla nostra paura.

 


Quale attività extra-universitaria pensi sia stata davvero importante per la tua carriera?


La laurea non è più un elemento di differenziazione: parallelamente al percorso accademico, è fondamentale integrare gli studi con elementi di unicità che rendano il nostro profilo unico e competitivo per il mondo del lavoro. Non si tratta solo di fare esperienze di tirocinio volte all’acquisizione di competenze tecniche, ma anche progetti di volontariato, studi all’estero, sport e associazionismo contribuiscono a forgiare la persona e non solo il professionista, nonché a focalizzare le nostre passioni. Personalmente sono sempre stata coinvolta in associazioni universitarie di respiro internazionale: appena iscritta all’università sono entrata a fare parte di AIESEC, che aiuta a sviluppare. Ho poi avuto la fortuna di collaborare con una junior enterprise, una realtà che aiuta a sviluppare il mindset da consulente quando si è ancora studenti. Diciotto anni di studio della danza classica a vari livelli mi hanno insegnato costanza, disciplina e rigore che sono le basi del mio lavoro ogni giorno. Tutte queste attività si sono rivelate complementari ai miei studi e mi hanno regalato persone di straordinario talento con cui tuttora ho la fortuna di confrontarmi sulle sfide professionali. Altro punto cruciale è allenarsi a raccontare la propria storia in maniera coerente e soprattutto interessante per i recruiter: create il vostro elevator pitch e affinatelo durante i vari colloqui che affronterete.

 


Oggi lavori in EY: come ci sei arrivata e come si sono svolte le selezioni?


Da quasi tre anni mi occupo di finanza straordinaria e valutazione aziendale in EY. Dopo la laurea magistrale sono stata assunta tramite il Graduate Program, un fast track d’eccellenza per neolaureati dedicato al mondo del corporate finance. Su più di 800 curricula pervenuti, dopo un primo step online con test logico-numerici, di inglese ed attitudinali, siamo stati selezionati in circa una cinquantina per partecipare a “Meet the future”, l’evento presso gli uffici di Milano durante il quale abbiamo avuto l’opportunità di conoscere la specifica area di lavoro, incontrandone i leader e i consulenti e lavorando attivamente ad un business case in team. Durante questa giornata di assessment siamo stati valutati dai recruiter sulla base delle dinamiche di gruppo in termini di efficacia personale e relazionale, capacità di comunicazione, problem solving e proattività. Hanno completato la giornata i colloqui con il team HR e quelli con i senior manager del dipartimento, dove si dava spazio alla valutazione di competenze più tecniche. Sono stata contattata dopo un paio di settimane e ammetto che è stata davvero una bella soddisfazione rientrare tra la ventina di profili selezionati e ricevere la proposta di assunzione. Va da sé che dietro un contratto firmato ed una carriera avviata ci possono essere colloqui non superati: è importante rimanere focalizzati sul proprio obiettivo e non perdersi d’animo. Oggi sono grata anche per quei colloqui che non ho superato e che all’epoca potevano sembrare un fallimento: mi hanno aiutato ad entrare in EY ancora più preparata e motivata.

 


Di cosa ti occupi in qualità di Transactions and Corporate Finance in EY?


Da quando sono stata assunta ho preso parte a diversi progetti afferenti all’ambito della finanza straordinaria, lavorando per fondi internazionali, istituzioni finanziarie, società quotate e non quotate in progetti di valutazione aziendale, finanza immobiliare, operazioni disinvestimento di portafogli NPL e UTP, due diligence finanziarie. Ad oggi mi sto specializzando in corporate valuation e business modeling. Mi occupo di valutazioni a fini di reportistica finanziaria, assistendo i clienti sia con valutazioni pre-deal e post-deal che in attività ricorrenti come impairment test su beni iscritti in bilancio e Purchase Price Allocation, ovvero processo di allocazione del prezzo di acquisto delle attività e delle passività di un’entità acquisita.

 


Prima di arrivare in EY, hai svolto diverse esperienze lavorative: puoi raccontarci il tuo percorso?


Coerentemente con un percorso di studi eterogeneo, anche le mie esperienze di lavoro prima di approdare al mondo della consulenza hanno conosciuto vari ambiti e funzioni. Il mio primo stage è nel business development a Bucarest a 22 anni, i miei clienti sono aziende italiane che investono in Romania. È grazie a questa esperienza che decido di proseguire gli studi in ambito manageriale. Ho svolto anche un tirocinio presso la Central European Initiative, il più antico ed articolato forum intergovernativo di cooperazione regionale dell'Europa centro-orientale, dove mi sono occupata di europrogettazione con partner transnazionali. Per quanto si trattasse di attività differenti dalle ciò di cui mi occupo ora, grazie a questa esperienza ho affinato gli strumenti analitici e le capacità di analisi teorica necessari per operare nell’ambito delle relazioni politiche ed economiche internazionali. Infine, durante gli studi magistrali mi spingo sempre più ad Est: in un progetto in una multinazionale olandese in India risulto il profilo perfetto per un progetto nelle risorse umane, ma trascorro le giornate ad osservare e cercare di comprendere cosa fanno i team del dipartimento di finance e ciò si è rivelato determinante per avviare poi una carriera in tale funzione aziendale.

 


Nella nostra community composta da 500.000 utenti, ci sono numerosi studenti e giovani laureati che vorrebbero lavorare nel tuo stesso ambito: un consiglio che daresti a chi vorrebbe seguire la tua strada?


Oltre allo studio e ad imprescindibili competenze tecniche di finance e accounting, la consulenza in ambito finanziario richiede flessibilità sia in termini di orari che in termini di capacità di adattamento ai diversi progetti e alle esigenze dei diversi clienti. Nell’avvio della propria carriera il confronto con professionisti che già operano in tali ambiti si rivela fondamentale, così come il conseguimento di certificazioni post-universitarie delle competenze riconosciute a livello internazionale. Mi piace sempre ricordare una citazione di una lirica di John Donne, “No man is an island”: create connessioni con le persone del settore e non abbiate paura di “bussare alla porta” per cominciare a sentirvi parte dell’ambiente in cui volete lavorare. Anche la partecipazione a programmi di mentoring può risultare molto utile: il mentor, essendo un professionista che ha accumulato almeno cinque anni di carriera nel medesimo ambito, aiuta a riflettere e fare chiarezza sui propri obiettivi professionali, sulle proprie competenze, sullo sviluppo del proprio percorso di carriera e su come affrontare al meglio potenzialità e criticità dell’ambito di lavoro prescelto.

 


Sei un recruiter? Scopri come digitalizzare le strategie di employer branding e recruiting della tua azienda grazie a tutored. Attrai e assumi giovani talenti: scopri Tutored Business.

Studi in Relazioni Internazionali e Management e esperienze all'estero: il percorso di Jasmine

Tutored è il punto di incontro tra studenti, giovani laureati e aziende. All’interno della nostra piattaforma, i membri hanno la possibilità di scoprire gli sbocchi lavorativi in base al loro percorso di studi, conoscere grandi aziende e candidarsi alle numerose opportunità di stage, lavoro e graduate program. La nostra community è formata da giovani uniti dall'ambizione. Su Tutored, raccontiamo le loro storie ed esperienze, con l'obiettivo di ispirare i più giovani e dare un'idea concreta del mondo del lavoro.

 

 

In quale università hai studiato e quale percorso di studi hai scelto?


La mia formazione accademica si distingue per un percorso eterogeneo, il cui fil rouge è l’internazionalità, un carattere intrinseco forse legato al nome persiano che i miei genitori, italiani, hanno scelto per me. Dopo gli studi classici ed una laurea triennale in Relazioni Internazionali presso l’Università degli Studi di Trieste, ho conseguito il titolo magistrale in International Management presso l’Università degli Studi di Trento: un corso di studi di impronta anglosassone impartito interamente in lingua inglese con un’alta percentuale di studenti da tutto il mondo, che oltre ad avermi dato un solido background accademico, mi ha offerto l’opportunità di studiare tra Asia ed Europa. Benché di impronta qualitativa, la laurea triennale, con la sua molteplicità di materie di studio, ha rivelato la mia passione per le materie economiche, allenandomi allo stesso tempo alla flessibilità necessaria ad intraprendere un percorso di studi esclusivamente quantitativo e più affine ad una mente che ama i numeri quale la mia.

 


Quanto è importante, secondo te, svolgere un'esperienza di studio o di lavoro all'estero? 


Le esperienze all’estero sono una conditio sine qua non al fine di risultare competitivi e spendibili nel mondo del lavoro oggi, dove la distinzione tra nazionale e internazionale è sempre più fluida e le distanze sono sempre più brevi. Nel mio caso ha sicuramente fatto la differenza la consistente esposizione internazionale avuta durante gli anni dell’università, con esperienze di studio e di stage in Europa e in vari paesi dell’Asia, dalle zone più povere dell’India a metropoli dove il futuro è già nel presente, quali Shanghai e Singapore, che hanno forgiato il mio spirito di adattamento e un approccio “why not” rispetto a “can I”. Il trasferimento in Cina a 24 anni senza alcuna nozione di lingua e cultura cinese è stata l’esperienza più sfidante della mia vita: ho davvero imparato che non esistono limiti che non possiamo superare, se non quelli dettati dalla nostra paura.

 


Quale attività extra-universitaria pensi sia stata davvero importante per la tua carriera?


La laurea non è più un elemento di differenziazione: parallelamente al percorso accademico, è fondamentale integrare gli studi con elementi di unicità che rendano il nostro profilo unico e competitivo per il mondo del lavoro. Non si tratta solo di fare esperienze di tirocinio volte all’acquisizione di competenze tecniche, ma anche progetti di volontariato, studi all’estero, sport e associazionismo contribuiscono a forgiare la persona e non solo il professionista, nonché a focalizzare le nostre passioni. Personalmente sono sempre stata coinvolta in associazioni universitarie di respiro internazionale: appena iscritta all’università sono entrata a fare parte di AIESEC, che aiuta a sviluppare. Ho poi avuto la fortuna di collaborare con una junior enterprise, una realtà che aiuta a sviluppare il mindset da consulente quando si è ancora studenti. Diciotto anni di studio della danza classica a vari livelli mi hanno insegnato costanza, disciplina e rigore che sono le basi del mio lavoro ogni giorno. Tutte queste attività si sono rivelate complementari ai miei studi e mi hanno regalato persone di straordinario talento con cui tuttora ho la fortuna di confrontarmi sulle sfide professionali. Altro punto cruciale è allenarsi a raccontare la propria storia in maniera coerente e soprattutto interessante per i recruiter: create il vostro elevator pitch e affinatelo durante i vari colloqui che affronterete.

 


Oggi lavori in EY: come ci sei arrivata e come si sono svolte le selezioni?


Da quasi tre anni mi occupo di finanza straordinaria e valutazione aziendale in EY. Dopo la laurea magistrale sono stata assunta tramite il Graduate Program, un fast track d’eccellenza per neolaureati dedicato al mondo del corporate finance. Su più di 800 curricula pervenuti, dopo un primo step online con test logico-numerici, di inglese ed attitudinali, siamo stati selezionati in circa una cinquantina per partecipare a “Meet the future”, l’evento presso gli uffici di Milano durante il quale abbiamo avuto l’opportunità di conoscere la specifica area di lavoro, incontrandone i leader e i consulenti e lavorando attivamente ad un business case in team. Durante questa giornata di assessment siamo stati valutati dai recruiter sulla base delle dinamiche di gruppo in termini di efficacia personale e relazionale, capacità di comunicazione, problem solving e proattività. Hanno completato la giornata i colloqui con il team HR e quelli con i senior manager del dipartimento, dove si dava spazio alla valutazione di competenze più tecniche. Sono stata contattata dopo un paio di settimane e ammetto che è stata davvero una bella soddisfazione rientrare tra la ventina di profili selezionati e ricevere la proposta di assunzione. Va da sé che dietro un contratto firmato ed una carriera avviata ci possono essere colloqui non superati: è importante rimanere focalizzati sul proprio obiettivo e non perdersi d’animo. Oggi sono grata anche per quei colloqui che non ho superato e che all’epoca potevano sembrare un fallimento: mi hanno aiutato ad entrare in EY ancora più preparata e motivata.

 


Di cosa ti occupi in qualità di Transactions and Corporate Finance in EY?


Da quando sono stata assunta ho preso parte a diversi progetti afferenti all’ambito della finanza straordinaria, lavorando per fondi internazionali, istituzioni finanziarie, società quotate e non quotate in progetti di valutazione aziendale, finanza immobiliare, operazioni disinvestimento di portafogli NPL e UTP, due diligence finanziarie. Ad oggi mi sto specializzando in corporate valuation e business modeling. Mi occupo di valutazioni a fini di reportistica finanziaria, assistendo i clienti sia con valutazioni pre-deal e post-deal che in attività ricorrenti come impairment test su beni iscritti in bilancio e Purchase Price Allocation, ovvero processo di allocazione del prezzo di acquisto delle attività e delle passività di un’entità acquisita.

 


Prima di arrivare in EY, hai svolto diverse esperienze lavorative: puoi raccontarci il tuo percorso?


Coerentemente con un percorso di studi eterogeneo, anche le mie esperienze di lavoro prima di approdare al mondo della consulenza hanno conosciuto vari ambiti e funzioni. Il mio primo stage è nel business development a Bucarest a 22 anni, i miei clienti sono aziende italiane che investono in Romania. È grazie a questa esperienza che decido di proseguire gli studi in ambito manageriale. Ho svolto anche un tirocinio presso la Central European Initiative, il più antico ed articolato forum intergovernativo di cooperazione regionale dell'Europa centro-orientale, dove mi sono occupata di europrogettazione con partner transnazionali. Per quanto si trattasse di attività differenti dalle ciò di cui mi occupo ora, grazie a questa esperienza ho affinato gli strumenti analitici e le capacità di analisi teorica necessari per operare nell’ambito delle relazioni politiche ed economiche internazionali. Infine, durante gli studi magistrali mi spingo sempre più ad Est: in un progetto in una multinazionale olandese in India risulto il profilo perfetto per un progetto nelle risorse umane, ma trascorro le giornate ad osservare e cercare di comprendere cosa fanno i team del dipartimento di finance e ciò si è rivelato determinante per avviare poi una carriera in tale funzione aziendale.

 


Nella nostra community composta da 500.000 utenti, ci sono numerosi studenti e giovani laureati che vorrebbero lavorare nel tuo stesso ambito: un consiglio che daresti a chi vorrebbe seguire la tua strada?


Oltre allo studio e ad imprescindibili competenze tecniche di finance e accounting, la consulenza in ambito finanziario richiede flessibilità sia in termini di orari che in termini di capacità di adattamento ai diversi progetti e alle esigenze dei diversi clienti. Nell’avvio della propria carriera il confronto con professionisti che già operano in tali ambiti si rivela fondamentale, così come il conseguimento di certificazioni post-universitarie delle competenze riconosciute a livello internazionale. Mi piace sempre ricordare una citazione di una lirica di John Donne, “No man is an island”: create connessioni con le persone del settore e non abbiate paura di “bussare alla porta” per cominciare a sentirvi parte dell’ambiente in cui volete lavorare. Anche la partecipazione a programmi di mentoring può risultare molto utile: il mentor, essendo un professionista che ha accumulato almeno cinque anni di carriera nel medesimo ambito, aiuta a riflettere e fare chiarezza sui propri obiettivi professionali, sulle proprie competenze, sullo sviluppo del proprio percorso di carriera e su come affrontare al meglio potenzialità e criticità dell’ambito di lavoro prescelto.

 


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