Pubblicato il 11 Jun 2021
Pubblicato il 11 Jun 2021
Tutored incontra Maria Luisa, Global Talent Management & Development Specialist in Campari Group

Tutored incontra Maria Luisa, Global Talent Management & Development Specialist in Campari Group


Un percorso alla Bocconi, due erasmus e una carriera in HR "contro le aspettative". La storia di Maria Luisa, che oggi lavora in Campari Group.

 

Tutored è il punto di incontro tra studenti, giovani laureati e aziende. All’interno della nostra piattaforma, i membri hanno la possibilità di scoprire gli sbocchi lavorativi in base al loro percorso di studi, conoscere grandi aziende e candidarsi alle numerose opportunità di stage, lavoro e graduate program. La nostra community è formata da giovani uniti dall'ambizione. Su Tutored, raccontiamo le loro storie ed esperienze, con l'obiettivo di ispirare i più giovani e dare un'idea concreta del mondo del lavoro.

 

Qual è stato il tuo percorso universitario? Quali sono stati gli elementi della tua formazione che ti hanno preparato al meglio per un approccio al mondo del lavoro?

 

Ho studiato in Bocconi Economia Aziendale e Management in triennale e Management in specialistica. È difficile trovare elementi specifici di quegli anni che abbiano contribuito a preparami al mondo del lavoro! È stata l'esperienza universitaria nel suo complesso ad essere estremamente arricchente, a partire dal trasferirmento a Milano, in una nuova e grande città, dopo il liceo.

In ogni caso, molto del mio modo di affrontare la quotidianità lavorativa è frutto delle esperienze all’estero: sono stata in Erasmus in triennale a Birmingham, mentre in specialistica sono stata in Germania, vicino a Francoforte. Entrambe le esperienze mi hanno lasciato più insegnamenti di ogni altro corso frequentato! Ho imparato ad adattarmi ai diversi contesti, essere aperta a nuove esperienze e culture, essere flessibile: tutti aspetti che “sfrutto” nel mio lavoro!

Un altro merito che attribuisco al percorso universitario è l’aver acquisito una forma mentis organizzata. In Bocconi c’è spesso poco tempo tra la fine dei corsi e gli esami, bisogna fare tutto e subito, possibilmente anche bene! È quindi fondamentale pianificare lo studio ed anticiparsi. Anche questo aspetto mi è molto utile ogni giorno nell’organizzare il lavoro.

A due anni dalla laurea, mi rendo effettivamente conto di quanto contino le famose soft skills, molto più di tanti esami per così dire hard.

 

Durante questi anni, hai coltivato qualche hobby, interesse o esperienza extra-universitaria che ti hanno dato una marcia in più nel lavoro che fai?

 

Durante l’università ho sempre cercato di mantenere vivi i miei interessi. Non è sempre facile conciliare lo studio con le proprie passioni, ma è stato cruciale continuare a fare sport, conoscere persone e in generale vivere quella che chiamavo la “vita vera”, quella lontana dai libri! 

Una marcia in più nell’approcciarmi al mondo del lavoro è stato il lavorare nello studio commerciale di famiglia, durante i mesi estivi. Ero la classica persona che si vergognava di chiamare la pizzeria per prenotare un tavolo: il fatto di dovermi relazionare con clienti e funzionari di uffici mi spaventava enormemente perché vedevo persone grandi e competenti ai miei occhi rispetto a me inesperta. Nonostante ciò, il mio ruolo prevedeva anche e soprattutto questo aspetto relazionale. All’inizio molto timidamente e poi acquisendo pian piano sempre maggiore sicurezza, ho imparato a relazionarmi naturalmente (o quasi!) con le diverse figure professionali.

È stato difficilissimo nei primi tempi, ma quello che mi ripetevo costantemente era “non hai nulla da perdere, solo da imparare; e alla peggio, ti spiegheranno cosa non ti è chiaro”. Ripetendomi di continuo questa frase, e imparando a crederci, ho tirato fuori la mia personalità dimostrando il mio valore e le mie competenze, fondamentale per lavorare con colleghi con diversi anni di esperienza alle spalle. Questo però mi dava lo stimolo per fare meglio, anche solo nel modo di pormi.

Nell’iniziare un nuovo lavoro o nell’assumere un diverso ruolo, quella palestra si è rivelata estremamente utile: ho affrontato la mia timidezza, e ho trovato nuove soluzioni per farmi valere nel mio lavoro.

 

Parlaci di un tuo grande successo e un tuo grande fallimento: come ti hanno aiutato a diventare ciò che sei?

 

Il mio più grande successo e il mio più grande fallimento sono due facce della stessa medaglia. Parto dal fallimento: ho vissuto con delusione il non essere stata presa al Graduate Program per cui avevo fatto application in Campari Group. Ci tenevo e ci credevo tantissimo, mi ero preparata molto e soprattutto ero convinta non solo dell’ambito per cui avevo applicato (HR), ma anche e soprattutto dell’azienda, che avevo avuto modo di conoscere nei vari case studies all’università, e che avevo approfondito per la preparazione ai colloqui. Superare i vari step e veder poi sfumare il sogno sul più bello, è stato davvero demotivante. Quello che avevo visto come un fallimento si è però poi rivelato la chiave d'accesso al mio più grande successo.

Qualche mese dopo aver saputo di non essere stata presa al Graduate Program, durante l’Erasmus in Germania, sono stata chiamata per sostenere un colloquio per uno stage in HR in Campari Group, e da lì è iniziato poi il mio percorso. Se posso trarre un insegnamento da questa storia è che effettivamente bisogna sempre trovare il modo di vedere il risvolto positivo in qualsiasi sconfitta! 


Di cosa ti occupi presso Campari Group?

 

In Campari Group sono Global Talent and Development Specialist. Prima di ricoprire questo ruolo, sono stata nel team Talent & Development SEMEA in stage per sei mesi, e poi per altri sei sono stata HR Specialist nel team HR del mercato Italia. Il mio ruolo attuale è davvero ricco e stimolante. Ho la possibilità di toccare con mano i vari processi HR a livello globale e quindi anche molto da un punto di vista strategico. Mi occupo anche di tutto quello che è cultura ed employer branding, un mondo estremamente affascinante perché consente di dar vita a statement apparentemente astratti come possono sembrare valori e comportamenti facendoli vivere attraverso noi "Camparisti" e facendoli percepire a tutti coloro che si interfacciano con Campari Group come possibile datore di lavoro. L’ultimo tassello del mio ruolo è relativo all’ambito learning, anche se noi preferiamo chiamarlo growing: è tutto quello che contribuisce alla crescita professionale di noi Camparisti durante il nostro percorso in Campari Group. 


Cosa ti ha spinto verso il mondo HR?

Il mio primo approccio al mondo HR c’è stato grazie al professore del corso di risorse umane frequentato in specialistica: non avevo idea di cosa concretamente si occupassero gli HR, e mi ero anche fatta l’idea che questa strada non fosse quella tipica per uno studente di economia. Attraverso il corso mi sono appassionata il primis all’idea che le persone sono la più grande risorsa di un’azienda, e che sono il fattore che fa la differenza tra due aziende che performano in maniera simile. Ho poi scoperto quanta capacità manageriale e di pensiero strategico ci siano dietro i processi e le attività HR.

Non è stata per me una scelta facile, proprio perché influenzata da quello che vedevo come percorso standard e quasi obbligato degli studenti di Economia. Ero tentata dall’iniziare la mia carriera in consulenza perché tutti ripetevano che poteva essere una buona palestra, e un punto di inizio per poi eventualmente raddrizzare la mira.

Effettivamente la mia primissima vera esperienza lavorativa è stata nell’ambito dell’export management. Proprio durante lo stage una collega che si occupava di HR mi iniziò a raccontare di più di quel mondo, ed è da lì che mi sono sempre più convinta che le risorse umane fossero la mia strada. C’è voluto un po’ di coraggio nell’intraprendere questo percorso perché mi sembrava di non rispettare le “aspettative sociali”: “dopo 5 anni di economia fai risorse umane?” mi chiedevano. Sì! Sono ogni giorno più convinta che questo sia il mio mondo, e l'ambito dove voglio costruire la mia carriera.

 

Sei un recruiter? Scopri come digitalizzare le strategie di employer branding e recruiting della tua azienda grazie a tutored. Attrai e assumi giovani talenti: scopri Tutored Business.

Un percorso alla Bocconi, due erasmus e una carriera in HR "contro le aspettative". La storia di Maria Luisa, che oggi lavora in Campari Group.

 

Tutored è il punto di incontro tra studenti, giovani laureati e aziende. All’interno della nostra piattaforma, i membri hanno la possibilità di scoprire gli sbocchi lavorativi in base al loro percorso di studi, conoscere grandi aziende e candidarsi alle numerose opportunità di stage, lavoro e graduate program. La nostra community è formata da giovani uniti dall'ambizione. Su Tutored, raccontiamo le loro storie ed esperienze, con l'obiettivo di ispirare i più giovani e dare un'idea concreta del mondo del lavoro.

 

Qual è stato il tuo percorso universitario? Quali sono stati gli elementi della tua formazione che ti hanno preparato al meglio per un approccio al mondo del lavoro?

 

Ho studiato in Bocconi Economia Aziendale e Management in triennale e Management in specialistica. È difficile trovare elementi specifici di quegli anni che abbiano contribuito a preparami al mondo del lavoro! È stata l'esperienza universitaria nel suo complesso ad essere estremamente arricchente, a partire dal trasferirmento a Milano, in una nuova e grande città, dopo il liceo.

In ogni caso, molto del mio modo di affrontare la quotidianità lavorativa è frutto delle esperienze all’estero: sono stata in Erasmus in triennale a Birmingham, mentre in specialistica sono stata in Germania, vicino a Francoforte. Entrambe le esperienze mi hanno lasciato più insegnamenti di ogni altro corso frequentato! Ho imparato ad adattarmi ai diversi contesti, essere aperta a nuove esperienze e culture, essere flessibile: tutti aspetti che “sfrutto” nel mio lavoro!

Un altro merito che attribuisco al percorso universitario è l’aver acquisito una forma mentis organizzata. In Bocconi c’è spesso poco tempo tra la fine dei corsi e gli esami, bisogna fare tutto e subito, possibilmente anche bene! È quindi fondamentale pianificare lo studio ed anticiparsi. Anche questo aspetto mi è molto utile ogni giorno nell’organizzare il lavoro.

A due anni dalla laurea, mi rendo effettivamente conto di quanto contino le famose soft skills, molto più di tanti esami per così dire hard.

 

Durante questi anni, hai coltivato qualche hobby, interesse o esperienza extra-universitaria che ti hanno dato una marcia in più nel lavoro che fai?

 

Durante l’università ho sempre cercato di mantenere vivi i miei interessi. Non è sempre facile conciliare lo studio con le proprie passioni, ma è stato cruciale continuare a fare sport, conoscere persone e in generale vivere quella che chiamavo la “vita vera”, quella lontana dai libri! 

Una marcia in più nell’approcciarmi al mondo del lavoro è stato il lavorare nello studio commerciale di famiglia, durante i mesi estivi. Ero la classica persona che si vergognava di chiamare la pizzeria per prenotare un tavolo: il fatto di dovermi relazionare con clienti e funzionari di uffici mi spaventava enormemente perché vedevo persone grandi e competenti ai miei occhi rispetto a me inesperta. Nonostante ciò, il mio ruolo prevedeva anche e soprattutto questo aspetto relazionale. All’inizio molto timidamente e poi acquisendo pian piano sempre maggiore sicurezza, ho imparato a relazionarmi naturalmente (o quasi!) con le diverse figure professionali.

È stato difficilissimo nei primi tempi, ma quello che mi ripetevo costantemente era “non hai nulla da perdere, solo da imparare; e alla peggio, ti spiegheranno cosa non ti è chiaro”. Ripetendomi di continuo questa frase, e imparando a crederci, ho tirato fuori la mia personalità dimostrando il mio valore e le mie competenze, fondamentale per lavorare con colleghi con diversi anni di esperienza alle spalle. Questo però mi dava lo stimolo per fare meglio, anche solo nel modo di pormi.

Nell’iniziare un nuovo lavoro o nell’assumere un diverso ruolo, quella palestra si è rivelata estremamente utile: ho affrontato la mia timidezza, e ho trovato nuove soluzioni per farmi valere nel mio lavoro.

 

Parlaci di un tuo grande successo e un tuo grande fallimento: come ti hanno aiutato a diventare ciò che sei?

 

Il mio più grande successo e il mio più grande fallimento sono due facce della stessa medaglia. Parto dal fallimento: ho vissuto con delusione il non essere stata presa al Graduate Program per cui avevo fatto application in Campari Group. Ci tenevo e ci credevo tantissimo, mi ero preparata molto e soprattutto ero convinta non solo dell’ambito per cui avevo applicato (HR), ma anche e soprattutto dell’azienda, che avevo avuto modo di conoscere nei vari case studies all’università, e che avevo approfondito per la preparazione ai colloqui. Superare i vari step e veder poi sfumare il sogno sul più bello, è stato davvero demotivante. Quello che avevo visto come un fallimento si è però poi rivelato la chiave d'accesso al mio più grande successo.

Qualche mese dopo aver saputo di non essere stata presa al Graduate Program, durante l’Erasmus in Germania, sono stata chiamata per sostenere un colloquio per uno stage in HR in Campari Group, e da lì è iniziato poi il mio percorso. Se posso trarre un insegnamento da questa storia è che effettivamente bisogna sempre trovare il modo di vedere il risvolto positivo in qualsiasi sconfitta! 


Di cosa ti occupi presso Campari Group?

 

In Campari Group sono Global Talent and Development Specialist. Prima di ricoprire questo ruolo, sono stata nel team Talent & Development SEMEA in stage per sei mesi, e poi per altri sei sono stata HR Specialist nel team HR del mercato Italia. Il mio ruolo attuale è davvero ricco e stimolante. Ho la possibilità di toccare con mano i vari processi HR a livello globale e quindi anche molto da un punto di vista strategico. Mi occupo anche di tutto quello che è cultura ed employer branding, un mondo estremamente affascinante perché consente di dar vita a statement apparentemente astratti come possono sembrare valori e comportamenti facendoli vivere attraverso noi "Camparisti" e facendoli percepire a tutti coloro che si interfacciano con Campari Group come possibile datore di lavoro. L’ultimo tassello del mio ruolo è relativo all’ambito learning, anche se noi preferiamo chiamarlo growing: è tutto quello che contribuisce alla crescita professionale di noi Camparisti durante il nostro percorso in Campari Group. 


Cosa ti ha spinto verso il mondo HR?

Il mio primo approccio al mondo HR c’è stato grazie al professore del corso di risorse umane frequentato in specialistica: non avevo idea di cosa concretamente si occupassero gli HR, e mi ero anche fatta l’idea che questa strada non fosse quella tipica per uno studente di economia. Attraverso il corso mi sono appassionata il primis all’idea che le persone sono la più grande risorsa di un’azienda, e che sono il fattore che fa la differenza tra due aziende che performano in maniera simile. Ho poi scoperto quanta capacità manageriale e di pensiero strategico ci siano dietro i processi e le attività HR.

Non è stata per me una scelta facile, proprio perché influenzata da quello che vedevo come percorso standard e quasi obbligato degli studenti di Economia. Ero tentata dall’iniziare la mia carriera in consulenza perché tutti ripetevano che poteva essere una buona palestra, e un punto di inizio per poi eventualmente raddrizzare la mira.

Effettivamente la mia primissima vera esperienza lavorativa è stata nell’ambito dell’export management. Proprio durante lo stage una collega che si occupava di HR mi iniziò a raccontare di più di quel mondo, ed è da lì che mi sono sempre più convinta che le risorse umane fossero la mia strada. C’è voluto un po’ di coraggio nell’intraprendere questo percorso perché mi sembrava di non rispettare le “aspettative sociali”: “dopo 5 anni di economia fai risorse umane?” mi chiedevano. Sì! Sono ogni giorno più convinta che questo sia il mio mondo, e l'ambito dove voglio costruire la mia carriera.

 

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