Pubblicato il 22 Feb 2021
Pubblicato il 22 Feb 2021
Tutored incontra Paola: Product Marketing Manager nel settore BigTech

Tutored incontra Paola: Product Marketing Manager nel settore BigTech


Laurea in  Comunicazione, esperienza a San Francisco, New York e Londra: il percorso di Paola, Product Marketing Manager nel settore tecnologia


Tutored è il punto di incontro tra studenti, giovani laureati e aziende. All’interno della nostra piattaforma, i membri hanno la possibilità di scoprire gli sbocchi lavorativi in base al loro percorso di studi, conoscere grandi aziende e candidarsi alle numerose opportunità di stage, lavoro e graduate program. La nostra community è formata da giovani uniti dall'ambizione. Su Tutored, raccontiamo le loro storie ed esperienze, con l'obiettivo di ispirare i più giovani e dare un'idea concreta del mondo del lavoro.

 

In quale università hai studiato e quale percorso di studi hai scelto? Quanto è importante secondo te fare un'esperienza di studi all'estero?

Ho studiato all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Laurea Triennale in Scienze Linguistiche e Letterature Straniere, curriculum in Lingue e Tecniche per l'Informazione e la Comunicazione.
Per la Laurea Magistrale mi sono spostata in IULM, corso in Strategia e Comunicazione della Marca, Moda e Design. Poco dopo l'inizio del secondo anno, ho iniziato a considerare Master all'estero, nello specifico in America dove ero già stata per dei corsi di inglese e che mi era rimasta nel cuore. Ho fatto application per il Master of International Marketing alla Hult International Business School e ottenuto una scholarship parziale che mi ha permesso di partire alla volta di San Francisco dopo circa 6 mesi, tornando in Italia solo per discutere la tesi Magistrale (con tanto di jet lag). Durante il Master ho anche avuto l'opportunità di fare una 'rotation' nel campus Hult di Dubai, non avrei mai pensato di poter vivere nel Medio Oriente! Per me le esperienze all'estero sono state fondamentali, sia quelle brevi che, con la "scusa" di studiare scienze linguistiche, mi davano una ragione in più per seguire corsi intensivi brevi riuscendo anche ad andare a trovare amici in Erasmus o all'estero per stage e unire l'utile al dilettevole, sia quelle più lunghe. Essendo originaria di Milano, non avevo vissuto il passaggio all'università come un grande cambiamento rimanendo nella stessa città quindi penso che il mio desiderio di provare a vivere in altre città e scoprire nuove culture sia stato accentuato anche da quello.

 

Quale attività extra-universitaria pensi sia stata davvero importante per la tua carriera?

Ho iniziato ad avere interesse nel trovare lavoretti saltuari ed esperienze extra scolastiche sin dal liceo: ho iniziato col lavorare come baby sitter o tutor per ragazzi delle medie e svolto attività di volontariato organizzato tramite la scuola per poi passare, una volta all'università a lavori come promoter e interprete in fiera tramite agenzie o commessa part-time in negozi di abbigliamento ed arredamento. Durante i miei studi universitari in Italia avevo come obiettivo il diventare corrispondente estera e giornalista di moda quindi ho iniziato a scrivere pro bono per un piccolo giornale locale spagnolo e per un blog italiano. Tramite il portale universitario della Cattolica, avevo trovato durante il terzo anno uno stage estivo in un'agenzia di comunicazione dove facevo parte del team pr per alcune banche internazionali come addetta stampa. In tutta onestà, tornassi indietro, dedicherei ogni estate ad un internship sin dal primo anno di Triennale, magari all'estero in modo da unire l'esperienza sul campo con l'esperienza di viaggio, linguistica e culturale. Confrontandomi con studenti internazionali, mi ero resa conto che gli studenti italiani avevano il cv piuttosto vuoto mentre le scuole estere promuovevano stage e apprendistati sin dal liceo. E' passato qualche anno ormai quindi spero che nel frattempo questo divario sia migliorato.

 

Nel corso della tua carriera hai lavorato in diversi settori, in diverse aziende e in diversi Paesi: puoi ripercorrere il tuo percorso fino ad oggi?

Ho iniziato la mia carriera post master a New York, avevo ancora il sogno di lavorare nella moda. Oltre all'ambizione di lavorare in una redazione, avevo esteso il mio interesse e le mie competenze anche alla parte brand, social media e marketing. Rimasi qualche mese riuscendo a trovare una internship per un piccolo brand emergente in cui facevo un po' di tutto come assistente della direttrice creativa e, successivamente, un ruolo come assistente wholesale in showroom per un marchio di lusso italiano. Nessuno di questi ruoli aveva prospettive di assunzione a lungo termine o crescita purtroppo, quindi decisi di ritrasferirmi in Europa, e di cercare lavoro a Londra dove trovai un ruolo in prodotto e marketing per una start-up che stava per lanciare un'app. Successivamente mi spostai in un' azienda che produce cosmeceutici (cosmetici con alcuni attributi farmaceutici) nel brand management per poi tornare nel settore tecnologia per una scale-up e successivamente crescere in aziende più grandi e rinomate dove mi sono specializzata in product marketing ovvero tutte quelle attività responsabili del successo e della crescita di un prodotto digitale, collegando le esigenze dei clienti alle peculiarità e alle value proposition del prodotto e decidendone il posizionamento sul mercato.

 

Hai partecipato anche ad un Entrepreneurship Program: come mai? Ti piacerebbe intraprendere un percorso da startupper in futuro?

Un paio di anni fa ho iniziato a chiedermi se tutto quello che avevo appreso nei primi anni della mia carriera potesse essere d'aiuto a piccole e medie imprese sotto forma di consulenza o se non fossi pronta a lanciare un prodotto nel mercato da zero per conto mio o in partnership con dei soci. Non ero solamente interessata al mondo delle start-up tecnologiche ma a prodotti innovativi di ogni genere. Ho iniziato ad annotare tutte le mie idee in una Moleskine, a salvare decine di articoli, seguire e monitorare trend in vari settori. Tramite contatti in comune sono venuta a conoscenza di un programma di entrepreneurship organizzato e sponsorizzato da Antler, un venture capital globale che si specializza in investimenti pre-seed. Com'è accaduto un po' per tutti, il 2020 e la pandemia hanno sconvolto molti dei nostri piani (non solo in negativo) quindi, durante il primo lockdown, ho iniziato a lavorare ad una delle mie idee a latere del mio lavoro in azienda prima ancora di iniziare il programma e qualche mese fa ho lanciato il mio primo prodotto fisico online. Ho deciso di partecipare a questo programma per aspiranti imprenditori per varie ragioni: innanzitutto la vedevo come un'occasione unica per confrontarmi con persone con profili diversissimi tra di loro e dal mio, persone pronte a sacrificare la propria carriera aziendale - anche dopo più di 20 anni di carriera - per darsi una la chance di imparare framework di innovazione, conoscere potenziali co-founder, mettersi in gioco ed uscire dalla mia propria comfort zone con l'obiettivo di lanciare tecnologie innovative. Nonostante il programma non si sia rivelato per me l'opportunità di ricevere un investimento o trovare un business partner ideale, lo rifarei assolutamente. E' un'esperienza molto più introspettiva di quello che si possa pensare e ti permette di conoscere te stesso nel profondo. Uno degli esercizi che più mi rimarrà impresso verteva sulla definizione e prioritizzazione dei propri valori, come tradurli nelle proprie motivazioni nel voler creare un'azienda e come approcciare la ricerca di un potenziale co-founder.

 

Nella nostra community composta da 500.000 utenti, ci sono numerosi studenti e giovani laureati che vorrebbero intraprendere una carriera come la tua: un consiglio che daresti a chi vorrebbe seguire la tua strada?

Un consiglio che mi sento di dare é di non aver paura del cambiamento e della propria evoluzione come persone: cambiare o modificare anche solo in parte il proprio percorso, sia durante gli studi sia durante i primi anni della propria carriera, non dovrebbe essere visto come sintomo di insicurezza ma - al contrario - come segno di consapevolezza, della capacità di sapersi ascoltare. Chiedersi regolarmente e in tutta onestà se la strada che si sta percorrendo ci dà soddisfazione, ci fa crescere umanamente e professionalmente, oltre che a richiedere impegno e disciplina o soddisfare le aspettative di chi ci sta attorno. C'é chi, che sin dal liceo o dai primi anni dell'università ha la certezza di cosa fare, di dove voler arrivare e si pone obiettivi e tappe ben precisi. In altri casi si cambia idea, si cambia facoltà, ci si laurea in una cosa e si finisce a fare tutt'altro oppure é proprio provando un ruolo in un'azienda dopo averlo tanto desiderato che si scopre che, in realtà, non fa per noi. 

 

Sei un recruiter? Scopri come digitalizzare le strategie di employer branding e recruiting della tua azienda grazia a tutored. Attrai e assumi giovani talenti: scopri Tutored Business.

Laurea in  Comunicazione, esperienza a San Francisco, New York e Londra: il percorso di Paola, Product Marketing Manager nel settore tecnologia


Tutored è il punto di incontro tra studenti, giovani laureati e aziende. All’interno della nostra piattaforma, i membri hanno la possibilità di scoprire gli sbocchi lavorativi in base al loro percorso di studi, conoscere grandi aziende e candidarsi alle numerose opportunità di stage, lavoro e graduate program. La nostra community è formata da giovani uniti dall'ambizione. Su Tutored, raccontiamo le loro storie ed esperienze, con l'obiettivo di ispirare i più giovani e dare un'idea concreta del mondo del lavoro.

 

In quale università hai studiato e quale percorso di studi hai scelto? Quanto è importante secondo te fare un'esperienza di studi all'estero?

Ho studiato all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Laurea Triennale in Scienze Linguistiche e Letterature Straniere, curriculum in Lingue e Tecniche per l'Informazione e la Comunicazione.
Per la Laurea Magistrale mi sono spostata in IULM, corso in Strategia e Comunicazione della Marca, Moda e Design. Poco dopo l'inizio del secondo anno, ho iniziato a considerare Master all'estero, nello specifico in America dove ero già stata per dei corsi di inglese e che mi era rimasta nel cuore. Ho fatto application per il Master of International Marketing alla Hult International Business School e ottenuto una scholarship parziale che mi ha permesso di partire alla volta di San Francisco dopo circa 6 mesi, tornando in Italia solo per discutere la tesi Magistrale (con tanto di jet lag). Durante il Master ho anche avuto l'opportunità di fare una 'rotation' nel campus Hult di Dubai, non avrei mai pensato di poter vivere nel Medio Oriente! Per me le esperienze all'estero sono state fondamentali, sia quelle brevi che, con la "scusa" di studiare scienze linguistiche, mi davano una ragione in più per seguire corsi intensivi brevi riuscendo anche ad andare a trovare amici in Erasmus o all'estero per stage e unire l'utile al dilettevole, sia quelle più lunghe. Essendo originaria di Milano, non avevo vissuto il passaggio all'università come un grande cambiamento rimanendo nella stessa città quindi penso che il mio desiderio di provare a vivere in altre città e scoprire nuove culture sia stato accentuato anche da quello.

 

Quale attività extra-universitaria pensi sia stata davvero importante per la tua carriera?

Ho iniziato ad avere interesse nel trovare lavoretti saltuari ed esperienze extra scolastiche sin dal liceo: ho iniziato col lavorare come baby sitter o tutor per ragazzi delle medie e svolto attività di volontariato organizzato tramite la scuola per poi passare, una volta all'università a lavori come promoter e interprete in fiera tramite agenzie o commessa part-time in negozi di abbigliamento ed arredamento. Durante i miei studi universitari in Italia avevo come obiettivo il diventare corrispondente estera e giornalista di moda quindi ho iniziato a scrivere pro bono per un piccolo giornale locale spagnolo e per un blog italiano. Tramite il portale universitario della Cattolica, avevo trovato durante il terzo anno uno stage estivo in un'agenzia di comunicazione dove facevo parte del team pr per alcune banche internazionali come addetta stampa. In tutta onestà, tornassi indietro, dedicherei ogni estate ad un internship sin dal primo anno di Triennale, magari all'estero in modo da unire l'esperienza sul campo con l'esperienza di viaggio, linguistica e culturale. Confrontandomi con studenti internazionali, mi ero resa conto che gli studenti italiani avevano il cv piuttosto vuoto mentre le scuole estere promuovevano stage e apprendistati sin dal liceo. E' passato qualche anno ormai quindi spero che nel frattempo questo divario sia migliorato.

 

Nel corso della tua carriera hai lavorato in diversi settori, in diverse aziende e in diversi Paesi: puoi ripercorrere il tuo percorso fino ad oggi?

Ho iniziato la mia carriera post master a New York, avevo ancora il sogno di lavorare nella moda. Oltre all'ambizione di lavorare in una redazione, avevo esteso il mio interesse e le mie competenze anche alla parte brand, social media e marketing. Rimasi qualche mese riuscendo a trovare una internship per un piccolo brand emergente in cui facevo un po' di tutto come assistente della direttrice creativa e, successivamente, un ruolo come assistente wholesale in showroom per un marchio di lusso italiano. Nessuno di questi ruoli aveva prospettive di assunzione a lungo termine o crescita purtroppo, quindi decisi di ritrasferirmi in Europa, e di cercare lavoro a Londra dove trovai un ruolo in prodotto e marketing per una start-up che stava per lanciare un'app. Successivamente mi spostai in un' azienda che produce cosmeceutici (cosmetici con alcuni attributi farmaceutici) nel brand management per poi tornare nel settore tecnologia per una scale-up e successivamente crescere in aziende più grandi e rinomate dove mi sono specializzata in product marketing ovvero tutte quelle attività responsabili del successo e della crescita di un prodotto digitale, collegando le esigenze dei clienti alle peculiarità e alle value proposition del prodotto e decidendone il posizionamento sul mercato.

 

Hai partecipato anche ad un Entrepreneurship Program: come mai? Ti piacerebbe intraprendere un percorso da startupper in futuro?

Un paio di anni fa ho iniziato a chiedermi se tutto quello che avevo appreso nei primi anni della mia carriera potesse essere d'aiuto a piccole e medie imprese sotto forma di consulenza o se non fossi pronta a lanciare un prodotto nel mercato da zero per conto mio o in partnership con dei soci. Non ero solamente interessata al mondo delle start-up tecnologiche ma a prodotti innovativi di ogni genere. Ho iniziato ad annotare tutte le mie idee in una Moleskine, a salvare decine di articoli, seguire e monitorare trend in vari settori. Tramite contatti in comune sono venuta a conoscenza di un programma di entrepreneurship organizzato e sponsorizzato da Antler, un venture capital globale che si specializza in investimenti pre-seed. Com'è accaduto un po' per tutti, il 2020 e la pandemia hanno sconvolto molti dei nostri piani (non solo in negativo) quindi, durante il primo lockdown, ho iniziato a lavorare ad una delle mie idee a latere del mio lavoro in azienda prima ancora di iniziare il programma e qualche mese fa ho lanciato il mio primo prodotto fisico online. Ho deciso di partecipare a questo programma per aspiranti imprenditori per varie ragioni: innanzitutto la vedevo come un'occasione unica per confrontarmi con persone con profili diversissimi tra di loro e dal mio, persone pronte a sacrificare la propria carriera aziendale - anche dopo più di 20 anni di carriera - per darsi una la chance di imparare framework di innovazione, conoscere potenziali co-founder, mettersi in gioco ed uscire dalla mia propria comfort zone con l'obiettivo di lanciare tecnologie innovative. Nonostante il programma non si sia rivelato per me l'opportunità di ricevere un investimento o trovare un business partner ideale, lo rifarei assolutamente. E' un'esperienza molto più introspettiva di quello che si possa pensare e ti permette di conoscere te stesso nel profondo. Uno degli esercizi che più mi rimarrà impresso verteva sulla definizione e prioritizzazione dei propri valori, come tradurli nelle proprie motivazioni nel voler creare un'azienda e come approcciare la ricerca di un potenziale co-founder.

 

Nella nostra community composta da 500.000 utenti, ci sono numerosi studenti e giovani laureati che vorrebbero intraprendere una carriera come la tua: un consiglio che daresti a chi vorrebbe seguire la tua strada?

Un consiglio che mi sento di dare é di non aver paura del cambiamento e della propria evoluzione come persone: cambiare o modificare anche solo in parte il proprio percorso, sia durante gli studi sia durante i primi anni della propria carriera, non dovrebbe essere visto come sintomo di insicurezza ma - al contrario - come segno di consapevolezza, della capacità di sapersi ascoltare. Chiedersi regolarmente e in tutta onestà se la strada che si sta percorrendo ci dà soddisfazione, ci fa crescere umanamente e professionalmente, oltre che a richiedere impegno e disciplina o soddisfare le aspettative di chi ci sta attorno. C'é chi, che sin dal liceo o dai primi anni dell'università ha la certezza di cosa fare, di dove voler arrivare e si pone obiettivi e tappe ben precisi. In altri casi si cambia idea, si cambia facoltà, ci si laurea in una cosa e si finisce a fare tutt'altro oppure é proprio provando un ruolo in un'azienda dopo averlo tanto desiderato che si scopre che, in realtà, non fa per noi. 

 

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