Pubblicato il 28 Oct 2021
Pubblicato il 28 Oct 2021
Skill mismatch: colmare il gap di competenze per diventare più competitivi nel mercato del lavoro

Skill mismatch: colmare il gap di competenze per diventare più competitivi nel mercato del lavoro


Ciao, sono Beatrice,

Sono l’Head of Operations di Skill Hackers e oggi ti voglio parlare di un problema che tocca noi Skill Hackers nel profondo: lo skill mismatch.

Secondo un report di BCG, nei paesi Ocse, almeno un lavoratore su tre non è sufficientemente competente per il ruolo che ricopre.

Inoltre, il cosiddetto skill mismatch, incide ogni anno di più sul PIL globale. Molti lavoratori attuali e neolaureati ancora in cerca di lavoro, non possiedono le sufficienti competenze tecniche digitali.

Per questi motivi, rimane una delle maggiori cause di disoccupazione giovanile e povera produttività aziendale.

 

Cos’è lo skill gap e perché dobbiamo preoccuparcene

In un mondo in così rapida evoluzione è facile rimanere indietro in materia di competenze professionali, proprio per la velocità con cui le nuove tecnologie si evolvono.

Da qui emerge lo skill mismatch, appunto, un disaccoppiamento tra la domanda e l’offerta di lavoro che nasce da un divario di competenze. 

Uno studio di BCG intitolato “Fixing the global skills mismatch” rivela che questo fenomeno ha un costo pari al 6% della produttività mondiale e la tendenza non accenna a migliorare: nello scenario peggiore si arriverà a toccare l’11% fino al 2025, pari a 18 triliardi di dollari.

Inoltre, la pandemia ha peggiorato la situazione, rendendo ancora più evidente quanto le competenze digitali, sempre più richieste, attualmente siano insufficienti e obsolete nella maggior parte dei lavoratori, come dimostrano i dati allarmanti. 

In questo preoccupante scenario, emerge persino un paradosso: da un lato esiste un alto tasso di disoccupazione, soprattutto tra i giovani, dall’altro, le aziende faticano a trovare personale qualificato e in possesso delle nuove skills richieste (sia hard che soft).

A questo proposito, va fatta una distinzione tra quello che è un gap di competenze specifiche come: utilizzo di Excel, conoscenza pacchetto Adobe, buona gestione dello stress e quella che è invece una mancanza di figure specializzate come: Data Analyst, programmatore Java, operaio elettrotecnico eccetera. Entrambi i casi sono gravi e denotano una preparazione insufficiente o addirittura “erronea”.

 

Come risolverlo: parola chiave, continuare a formarsi

In un futuro che può sembrare tetro, una luce, chiamata “formazione continua” potrebbe illuminare la notte.

Pensare di smettere di imparare appena si sono terminati gli studi e si sono superati i primi mesi in ufficio, è diventata un’utopia: rimanere costantemente aggiornati, non solo è fattibile, ma è anche necessario e stimolante.

Da un lato i giovani studenti, mentre portano avanti gli studi canonici, dovrebbero coltivare delle ulteriori attività che li aiutino a sviluppare competenze diverse da quello che si studia in classe: fare networking e incontrare persone con background diversi, seguire corsi online sulle competenze digitali, entrare in un’associazione studentesca, portare avanti un piccolo progetto imprenditoriale, fare volontariato, partecipare all’Erasmus eccetera.

Dall’altro, le aziende dovrebbero puntare sull’upskilling e reskilling dei propri dipendenti, in quello che spesso sembra essere percepito come un grande dispendio di denaro, ma che in realtà è un reale investimento sul loro futuro

Quali vantaggi porta e come farlo in maniera efficace? Non solo le aziende all’avanguardia che decidono di investire nella formazione dei collaboratori, ottengono un maggior successo dovuto alla maggior competitività, ma addirittura riescono a ridurre i tassi di turnover degli stessi, in quanto, fornire la possibilità di imparare e diventare più competenti è uno dei più grandi motivatori estrinseci esistenti. 

In conclusione, la situazione attuale, e ancor di più quella futura, richiede in maniera impellente l’evoluzione dei lavoratori sotto molti punti di vista, in primis, quello dell’arsenale di skills.

Noi Skill Hackers abbiamo fatto di questo la nostra mission, ovvero colmare lo skill mismatch.

Noi ci focalizziamo soprattutto nelle hard skills, e lo facciamo grazie alla nostra piattaforma, in cui puoi trovare i corsi per rendere le tue competenze adatte al mondo del lavoro.

Per darti una mano nel farlo, per tutti gli utenti di Tutored c’è un super sconto sul corso Excellent in Excel [Link]!

Basta utilizzare il codice excel360 al checkout! Alla fine del corso avrai sia il certificato di Skill Hackers che l’accesso alla nostra community di hackers!

A presto,

Beatrice

Ciao, sono Beatrice,

Sono l’Head of Operations di Skill Hackers e oggi ti voglio parlare di un problema che tocca noi Skill Hackers nel profondo: lo skill mismatch.

Secondo un report di BCG, nei paesi Ocse, almeno un lavoratore su tre non è sufficientemente competente per il ruolo che ricopre.

Inoltre, il cosiddetto skill mismatch, incide ogni anno di più sul PIL globale. Molti lavoratori attuali e neolaureati ancora in cerca di lavoro, non possiedono le sufficienti competenze tecniche digitali.

Per questi motivi, rimane una delle maggiori cause di disoccupazione giovanile e povera produttività aziendale.

 

Cos’è lo skill gap e perché dobbiamo preoccuparcene

In un mondo in così rapida evoluzione è facile rimanere indietro in materia di competenze professionali, proprio per la velocità con cui le nuove tecnologie si evolvono.

Da qui emerge lo skill mismatch, appunto, un disaccoppiamento tra la domanda e l’offerta di lavoro che nasce da un divario di competenze. 

Uno studio di BCG intitolato “Fixing the global skills mismatch” rivela che questo fenomeno ha un costo pari al 6% della produttività mondiale e la tendenza non accenna a migliorare: nello scenario peggiore si arriverà a toccare l’11% fino al 2025, pari a 18 triliardi di dollari.

Inoltre, la pandemia ha peggiorato la situazione, rendendo ancora più evidente quanto le competenze digitali, sempre più richieste, attualmente siano insufficienti e obsolete nella maggior parte dei lavoratori, come dimostrano i dati allarmanti. 

In questo preoccupante scenario, emerge persino un paradosso: da un lato esiste un alto tasso di disoccupazione, soprattutto tra i giovani, dall’altro, le aziende faticano a trovare personale qualificato e in possesso delle nuove skills richieste (sia hard che soft).

A questo proposito, va fatta una distinzione tra quello che è un gap di competenze specifiche come: utilizzo di Excel, conoscenza pacchetto Adobe, buona gestione dello stress e quella che è invece una mancanza di figure specializzate come: Data Analyst, programmatore Java, operaio elettrotecnico eccetera. Entrambi i casi sono gravi e denotano una preparazione insufficiente o addirittura “erronea”.

 

Come risolverlo: parola chiave, continuare a formarsi

In un futuro che può sembrare tetro, una luce, chiamata “formazione continua” potrebbe illuminare la notte.

Pensare di smettere di imparare appena si sono terminati gli studi e si sono superati i primi mesi in ufficio, è diventata un’utopia: rimanere costantemente aggiornati, non solo è fattibile, ma è anche necessario e stimolante.

Da un lato i giovani studenti, mentre portano avanti gli studi canonici, dovrebbero coltivare delle ulteriori attività che li aiutino a sviluppare competenze diverse da quello che si studia in classe: fare networking e incontrare persone con background diversi, seguire corsi online sulle competenze digitali, entrare in un’associazione studentesca, portare avanti un piccolo progetto imprenditoriale, fare volontariato, partecipare all’Erasmus eccetera.

Dall’altro, le aziende dovrebbero puntare sull’upskilling e reskilling dei propri dipendenti, in quello che spesso sembra essere percepito come un grande dispendio di denaro, ma che in realtà è un reale investimento sul loro futuro

Quali vantaggi porta e come farlo in maniera efficace? Non solo le aziende all’avanguardia che decidono di investire nella formazione dei collaboratori, ottengono un maggior successo dovuto alla maggior competitività, ma addirittura riescono a ridurre i tassi di turnover degli stessi, in quanto, fornire la possibilità di imparare e diventare più competenti è uno dei più grandi motivatori estrinseci esistenti. 

In conclusione, la situazione attuale, e ancor di più quella futura, richiede in maniera impellente l’evoluzione dei lavoratori sotto molti punti di vista, in primis, quello dell’arsenale di skills.

Noi Skill Hackers abbiamo fatto di questo la nostra mission, ovvero colmare lo skill mismatch.

Noi ci focalizziamo soprattutto nelle hard skills, e lo facciamo grazie alla nostra piattaforma, in cui puoi trovare i corsi per rendere le tue competenze adatte al mondo del lavoro.

Per darti una mano nel farlo, per tutti gli utenti di Tutored c’è un super sconto sul corso Excellent in Excel [Link]!

Basta utilizzare il codice excel360 al checkout! Alla fine del corso avrai sia il certificato di Skill Hackers che l’accesso alla nostra community di hackers!

A presto,

Beatrice