Pubblicato il 18 Jun 2021
Pubblicato il 18 Jun 2021
ICT World: la storia di Vincenzo, studente di ingegneria informatica del Politecnico di Milano

ICT World: la storia di Vincenzo, studente di ingegneria informatica del Politecnico di Milano


In questa rubrica, noi di Tutored abbiamo raccolto le storie di brillanti studenti in ambito informatico, provenienti dalle migliori università italiane.

 

Tutored è il punto di incontro tra studenti, giovani laureati e aziende. All’interno della nostra piattaforma, i membri hanno la possibilità di scoprire gli sbocchi lavorativi in base al loro percorso di studi, conoscere grandi aziende e candidarsi alle numerose opportunità di stage, lavoro e graduate program. La nostra community è formata da giovani uniti dall'ambizione. Su Tutored, raccontiamo le loro storie ed esperienze, con l'obiettivo di ispirare i più giovani e dare un'idea concreta del mondo del lavoro.

 

Innanzitutto, ti chiederei di presentarti come persona, focalizzandoti in particolare sui tuoi interessi, le passioni e le ambizioni che hai avuto sin da giovane, e che ti hanno portato a studiare al Politecnico.

 

Un saluto a tutta la community di Tutored, mi presento: sono Vincenzo Ruggieri, studente
di Ingegneria Informatica al Politecnico di Milano. Il mio percorso si è sin da subito immesso sui binari dell’informatica. All’età di 11 anni, quando a scuola gli insegnanti ci chiedevano cosa volessimo fare da adulti, io avevo già più o meno in mente dove volevo arrivare, e chi volevo diventare.

Ovviamente non ero a conoscenza di tutti gli step che avrei dovuto affrontare per raggiungere il mio obiettivo: d’altronde un sogno è soltanto un sogno, mentre un obiettivo è un sogno con un piano e una scadenza, perciò sapevo che avrei dovuto delineare bene tutti i gradini per raggiungere la cima.

Mentre i miei coetanei si divertivano con i Bleyblade, io mi cimentavo nei primi attacchi Dos, hostavo i primi Free-To-Play con Hamachi e facevo il tuttofare nella risoluzione di problemi legati a dispositivi dotati di presa elettrica. Con il passare del tempo ho iniziato a programmare, sperimentando la maggior parte dei linguaggi di programmazione, dal Pascal, al Python, al C, al Java, all’assembly sviluppando i primi programmini con Arduino. In seguito ho sposato il mondo del web, creando le prime pagine in html/css/php e hostandole in locale con un bel database 

Dopo la maturità, conseguita all’Istituto Tecnico Industriale I.I.S. di Matera, la scelta dell’università è stata automatica.
Dopo aver superato il test di ammissione al Politecnico di Bari e al Politecnico di Milano,
decisi di petto di mettermi in gioco, trasferirmi, e affrontare nuove sfide in una metropoli come Milano, che tutt’oggi occupa una bella fetta delle mie giornate. La passione è fondamentale, è difficile conciliare tutti gli impegni, le attività, il lavoro, gli hobby e la vita sociale. Chiunque senza passione e dedizione fallirebbe: ma le sfide e le difficoltà sono parte di un processo di trasformazione; non a caso i diamanti nascono sotto pressione e i semi crescono nell’oscurità.


Come ti trovi al Politecnico di Milano? Come trovi che sia il bilanciamento fra teoria e pratica nella didattica?


Il Politecnico di Milano è semplicemente il must-have italiano delle discipline STEM.
Viverlo è un'esperienza straordinaria nonostante le 2h di trasporti giornalieri per raggiungerlo (vivo in provincia) ma non è assolutamente un problema; anzi, troppa comodità ci rende fisicamente deboli, mentalmente insicuri e spiritualmente vuoti. La teoria è un pilastro fondamentale dell’essere ingegnere, perciò la trovo giusta e utile. Spezzo comunque una lancia a favore della pratica. Le opportunità ci sono, vengono organizzati tantissimi progetti su svariate discipline sia dal Polimi che da enti in collaborazione. Gruppi di ingegneri aerospaziali si mettono assieme per realizzare razzi e satelliti, gruppi di ingegneri meccanici progettano assieme auto da corsa, gruppi di studenti di ingegneria informatica per dar vita alle più svariante applicazioni; per gli ingegneri gestionali ci sono svariati concorsi e iniziative per relative al mercato finanziario, a titoli di stato, indici, azioni, asset finanziari... Insomma, dal mio punto di vista non si può assolutamente sostenere che al Polimi la pratica sia inesistente, bisogna semplicemente esplorare a fondo la vita universitaria.

 

Potresti raccontarci di una tua esperienza extrauniversitaria (ma anche, se desideri, più di una) particolarmente rilevante per la tua formazione? Uno stage, un erasmus, un progetto, un’esperienza di volontariato, una passione particolare…


Potrei raccontare decine di progetti che mi hanno formato sia a livello personale che
lavorativo, ma rischierei di annoiarvi. Mi voglio soffermare, in particolare, sulle ultime due: una collaborazione con il Politecnico, e un avvio di consulenza informatica. La prima mi ha permesso di acquisire soft skill non indifferenti, quali la comunicazione efficace, e la
capacità di un know-how generale. In particolare, attraverso un progetto dettato dalla
pandemia, ho la possibilità di insegnare a dei ragazzi di una scuola media di Milano,
rafforzando le loro competenze digitali.
La seconda, invece, è un vero e proprio lavoro part-time. Ho avuto la possibilità di inserirmi all’interno di un’azienda, SI.net Servizi Informatici. che gestisce il sistema informatico delle pubbliche amministrazioni. Qui ho messo in pratica alcune conoscenze, trasformandole in competenze, e di formarmi partendo dalle basi dall’infrastruttura fisica (server, firewall, nas, centralini) e della gestione informatica (Active directory, servizi di posta, gestionali, applicativi).

 

Raccontaci di una ambizione per il futuro: cosa pensi di fare dopo il Politecnico? Dove ti piacerebbe andare a lavorare? Quali pensi che siano gli step necessari per arrivarci?


Innanzitutto devo terminare la triennale, dopo mi aspetterà la magistrale, e un bel master
all’estero è sicuramente molto probabile. Specializzarmi sia a livello tecnico che a livello
gestionale è un mio punto fermo, in modo da non avere nessun tipo di lacuna e accogliere ogni sfida che la vita mi presenterà. Non ho obiettivi precisi sul lavoro: ovviamente Google, Nasa, Microsoft, IBM e via discorrendo fanno gola a tutti, ma le mie priorità sono legate al mondo aziendale. Dinamicità, stimoli costanti, crescita e competizione costruttiva sono fondamentali. Il mio sogno è crearmi una vita dalla quale non dovrò scappare in vacanza.

 

Secondo te qual è una tecnologia già esistente (un algoritmo, una componente hardware, una componente software, un progetto…) le cui potenzialità non sono state a pieno sfruttate? O che ha ampi margini di sviluppo? 

 

Fra un libro di Architettura dei Calcolatori da studiare, e un Active Directory da aggiornare, spesso sperimento le ultime tecnologie emergenti. Devo dire che la Blockchain, una sottofamiglia di tecnologie, ha attirato molto la mia attenzione, e secondo me le sue potenzialità non sono sfruttate a pieno, e ci sono ampi margini di sviluppo. Le applicazioni della Blockchain, adattabili in vari settori, sono contraddistinte dalla necessità di una decentralizzazione. A mio avviso questa innovazione consentirebbe, potenzialmente, di fare a meno di banche, notai e istituzioni finanziarie.

In questa rubrica, noi di Tutored abbiamo raccolto le storie di brillanti studenti in ambito informatico, provenienti dalle migliori università italiane.

 

Tutored è il punto di incontro tra studenti, giovani laureati e aziende. All’interno della nostra piattaforma, i membri hanno la possibilità di scoprire gli sbocchi lavorativi in base al loro percorso di studi, conoscere grandi aziende e candidarsi alle numerose opportunità di stage, lavoro e graduate program. La nostra community è formata da giovani uniti dall'ambizione. Su Tutored, raccontiamo le loro storie ed esperienze, con l'obiettivo di ispirare i più giovani e dare un'idea concreta del mondo del lavoro.

 

Innanzitutto, ti chiederei di presentarti come persona, focalizzandoti in particolare sui tuoi interessi, le passioni e le ambizioni che hai avuto sin da giovane, e che ti hanno portato a studiare al Politecnico.

 

Un saluto a tutta la community di Tutored, mi presento: sono Vincenzo Ruggieri, studente
di Ingegneria Informatica al Politecnico di Milano. Il mio percorso si è sin da subito immesso sui binari dell’informatica. All’età di 11 anni, quando a scuola gli insegnanti ci chiedevano cosa volessimo fare da adulti, io avevo già più o meno in mente dove volevo arrivare, e chi volevo diventare.

Ovviamente non ero a conoscenza di tutti gli step che avrei dovuto affrontare per raggiungere il mio obiettivo: d’altronde un sogno è soltanto un sogno, mentre un obiettivo è un sogno con un piano e una scadenza, perciò sapevo che avrei dovuto delineare bene tutti i gradini per raggiungere la cima.

Mentre i miei coetanei si divertivano con i Bleyblade, io mi cimentavo nei primi attacchi Dos, hostavo i primi Free-To-Play con Hamachi e facevo il tuttofare nella risoluzione di problemi legati a dispositivi dotati di presa elettrica. Con il passare del tempo ho iniziato a programmare, sperimentando la maggior parte dei linguaggi di programmazione, dal Pascal, al Python, al C, al Java, all’assembly sviluppando i primi programmini con Arduino. In seguito ho sposato il mondo del web, creando le prime pagine in html/css/php e hostandole in locale con un bel database 

Dopo la maturità, conseguita all’Istituto Tecnico Industriale I.I.S. di Matera, la scelta dell’università è stata automatica.
Dopo aver superato il test di ammissione al Politecnico di Bari e al Politecnico di Milano,
decisi di petto di mettermi in gioco, trasferirmi, e affrontare nuove sfide in una metropoli come Milano, che tutt’oggi occupa una bella fetta delle mie giornate. La passione è fondamentale, è difficile conciliare tutti gli impegni, le attività, il lavoro, gli hobby e la vita sociale. Chiunque senza passione e dedizione fallirebbe: ma le sfide e le difficoltà sono parte di un processo di trasformazione; non a caso i diamanti nascono sotto pressione e i semi crescono nell’oscurità.


Come ti trovi al Politecnico di Milano? Come trovi che sia il bilanciamento fra teoria e pratica nella didattica?


Il Politecnico di Milano è semplicemente il must-have italiano delle discipline STEM.
Viverlo è un'esperienza straordinaria nonostante le 2h di trasporti giornalieri per raggiungerlo (vivo in provincia) ma non è assolutamente un problema; anzi, troppa comodità ci rende fisicamente deboli, mentalmente insicuri e spiritualmente vuoti. La teoria è un pilastro fondamentale dell’essere ingegnere, perciò la trovo giusta e utile. Spezzo comunque una lancia a favore della pratica. Le opportunità ci sono, vengono organizzati tantissimi progetti su svariate discipline sia dal Polimi che da enti in collaborazione. Gruppi di ingegneri aerospaziali si mettono assieme per realizzare razzi e satelliti, gruppi di ingegneri meccanici progettano assieme auto da corsa, gruppi di studenti di ingegneria informatica per dar vita alle più svariante applicazioni; per gli ingegneri gestionali ci sono svariati concorsi e iniziative per relative al mercato finanziario, a titoli di stato, indici, azioni, asset finanziari... Insomma, dal mio punto di vista non si può assolutamente sostenere che al Polimi la pratica sia inesistente, bisogna semplicemente esplorare a fondo la vita universitaria.

 

Potresti raccontarci di una tua esperienza extrauniversitaria (ma anche, se desideri, più di una) particolarmente rilevante per la tua formazione? Uno stage, un erasmus, un progetto, un’esperienza di volontariato, una passione particolare…


Potrei raccontare decine di progetti che mi hanno formato sia a livello personale che
lavorativo, ma rischierei di annoiarvi. Mi voglio soffermare, in particolare, sulle ultime due: una collaborazione con il Politecnico, e un avvio di consulenza informatica. La prima mi ha permesso di acquisire soft skill non indifferenti, quali la comunicazione efficace, e la
capacità di un know-how generale. In particolare, attraverso un progetto dettato dalla
pandemia, ho la possibilità di insegnare a dei ragazzi di una scuola media di Milano,
rafforzando le loro competenze digitali.
La seconda, invece, è un vero e proprio lavoro part-time. Ho avuto la possibilità di inserirmi all’interno di un’azienda, SI.net Servizi Informatici. che gestisce il sistema informatico delle pubbliche amministrazioni. Qui ho messo in pratica alcune conoscenze, trasformandole in competenze, e di formarmi partendo dalle basi dall’infrastruttura fisica (server, firewall, nas, centralini) e della gestione informatica (Active directory, servizi di posta, gestionali, applicativi).

 

Raccontaci di una ambizione per il futuro: cosa pensi di fare dopo il Politecnico? Dove ti piacerebbe andare a lavorare? Quali pensi che siano gli step necessari per arrivarci?


Innanzitutto devo terminare la triennale, dopo mi aspetterà la magistrale, e un bel master
all’estero è sicuramente molto probabile. Specializzarmi sia a livello tecnico che a livello
gestionale è un mio punto fermo, in modo da non avere nessun tipo di lacuna e accogliere ogni sfida che la vita mi presenterà. Non ho obiettivi precisi sul lavoro: ovviamente Google, Nasa, Microsoft, IBM e via discorrendo fanno gola a tutti, ma le mie priorità sono legate al mondo aziendale. Dinamicità, stimoli costanti, crescita e competizione costruttiva sono fondamentali. Il mio sogno è crearmi una vita dalla quale non dovrò scappare in vacanza.

 

Secondo te qual è una tecnologia già esistente (un algoritmo, una componente hardware, una componente software, un progetto…) le cui potenzialità non sono state a pieno sfruttate? O che ha ampi margini di sviluppo? 

 

Fra un libro di Architettura dei Calcolatori da studiare, e un Active Directory da aggiornare, spesso sperimento le ultime tecnologie emergenti. Devo dire che la Blockchain, una sottofamiglia di tecnologie, ha attirato molto la mia attenzione, e secondo me le sue potenzialità non sono sfruttate a pieno, e ci sono ampi margini di sviluppo. Le applicazioni della Blockchain, adattabili in vari settori, sono contraddistinte dalla necessità di una decentralizzazione. A mio avviso questa innovazione consentirebbe, potenzialmente, di fare a meno di banche, notai e istituzioni finanziarie.